Sangano
Giuseppe Filippi
Operatore Lumière
1864- 1956

 

Giuseppe Filippi a Roma nello studio fotografico Federici anno 1900

Giuseppe Filippi nacque a Montanera, in provincia di Cuneo, il 25 novembre 1864 da Giacomo Filippi e Maria Zavattero. Oltre al lavoro dei campi la famiglia conduceva, in centro paese, un‘avviata osteria con albergo e stallaggio per cavalli. Giuseppe era il penultimo di ben sei fratelli.
La mamma Maria muore giovane, all’età di appena 34 anni, quando Giuseppe di anni ne ha appena quattro. Il papà, da solo, non può certo badare a tutti i figli, così si sposa in seconde nozze con certa Giulia Bertolino. Intanto il Parroco annota sul registro della popolazione che “Giuseppe Filippi all’età di otto anni non frequenta più il catechismo, in quanto è stato avviato agli studi sacerdotali presso il Seminario Vescovile di Mondovì”. Qui frequenta tutti gli studi fino a conseguire il diploma di maturità liceale.
A diciannove anni decide di non proseguire gli studi in seminario ed accetta di fare l’ufficiale postale a Cuneo. Nel frattempo, coltiva una grande passione per la fotografia e a tempo perso si diletta come fotografo.
Nel 1888 si sposa con Maria Adelaide Gazzera di Benevagienna dalla quale ha due figli: Giacomo Clito, nato a Chiasso in Svizzera il 4 luglio 1894 e Maria Celeste Stella, nata a Benevagienna (CN) il 10 febbraio 1899.
Verso il 1890 Filippi viene trasferito presso l’ ufficio postale di Milano dove, come lui stesso racconta, ha conosciuto Giuseppe Verdi, il quale si recava alla posta per incassare i vaglia dei diritti d’autore. Il 19 marzo del 1894, giorno di San Giuseppe, Verdi lo invitò a pranzo al ristorante Salvini per festeggiare il loro onomastico.
Filippi intanto diventa socio della Società Fotografica Lombarda e amico del torinese Vittorio Calcina, agente generale per l’Italia della “Società Augusto Lumière e figli”, produttrice di articoli fotografici.

Gazzera Maria Adelaide moglie di Filippi con il figlio Clito

Verso la fine del 1895 Filippi seppe da Calcina di una nuova e più razionale macchina inventata dai Lumière, nelle officine di Montplaisir, in grado di dare movimento alle immagini in una maniera più afferente alla realtà, rispetto a quando si otteneva con il “Kinetoscopio” di Edison.
Incuriosito dalla novità ed esortato dal Calcina, Filippi si recò a Parigi nel dicembre di quell’ anno, per assistere al primo esperimento di proiezione; la sera del 28, egli era fra i pochi nella sala del Grand Cafè, sul boulevard des Capucins, ad assistere alla ormai famosa presentazione dei sei o sette filmetti che sono il basamento autentico di tutta la cinematografia mondiale.
Ritornato in Italia, all’inizio del 1896, Filippi era talmente entusiasta di quanto aveva visto che riuscì a convincere Vittorio Calcina a portarlo con sé a Montplaisir, presso Lione, sede dello stabilimento Lumière.
Rimase a Montplaisir diversi giorni, durante i quali ebbe modo di dimostrare ai fratelli Lumière tutta la sua grande capacità nel maneggiare apparecchi fotografici, tanto che girò con i Lumière alcuni filmati, tra i quali i primi 17 metri di comiche “L’ Arroseur et arrosè” titolato poi in Italia “L'Annaffiatore annaffiato”.
Ebbe finalmente in consegna, nel marzo 1896, il piccolo apparecchio: una cassetta montata su un treppiede e munita di manovella, che permetteva di impressionare ben 17 metri di pellicola e serviva da ripresa, stampa e proiezione. Siamo verso la metà del mese di marzo del 1896 e qui comincia la sua straordinaria avventura.
Filippi, poco più che trentenne, spirito avventuroso e di grandi ambizioni, riceve in consegna dai Lumière, oltre che la macchina con i relativi accessori, anche dodici pellicole per la prima presentazione in Italia. Anche Vittorio Calcina, riceve un apparecchio, ma con il solo incarico di presentarlo a Torino.
Filippi esordisce a Milano, con una serata per addetti ai lavori,il 29 marzo 1986 al Circolo Fotografico al numero 30 di via Principe Umberto, dove presenta la prima dimostrazione del Cinematografo Lumière.
La sera successiva Filippi proietta per il pubblico, presso il Teatro Milanese al numero 15 di corso Vittorio Emanuele, proiezioni che durano dal 30 marzo fino al 6 luglio 1896.

Le proiezioni di questo primo periodo milanese sono gestite direttamente da Filippi. Vittorio Calcina, in qualità di responsabile verso i Lumière, lo segue molto da vicino per constatare l’andamento tecnico della macchina da proiezione, valutare la presenza del pubblico e registrarne le reazioni in funzione dei vari film proiettati.
Durante questa permanenza a Milano Filippi gira il primo film italiano intitolato “Bagni di Diana”. Questo film, girato in una piscina all’aperto di Milano nei pressi di Porta Venezia chiamata “I Bagni di Diana” costruita nel 1842, rimase in attività fino al 1909. Spariti i Bagni, sul luogo sorsero l’Albergo e il Teatro Diana, divenuto poi Cinema Diana.
Molto probabilmente questo film fu girato nel mese di giugno del 1896. Il 18 luglio 1896 Filippi lo proietta a Venezia al Teatro Minerva.
Questo Film è da considerarsi famoso perché nei primi anni di diffusione del cinematografo in Italia, veniva proposto con molta frequenza e perché riscuoteva grande successo dovuto al fatto che, dopo averlo proiettato normalmente, spesso veniva applicata la retromarcia, realizzando l’effetto di far riemergere i tuffatori dall’acqua e di farli ritornare sul trampolino di partenza. Ciò naturalmente provocava un enorme stupore negli ancora ingenui spettatori.
Durante questo periodo milanese Filippi gira altri filmati, tra i quali l’ inaugurazione del monumento a Vittorio Emanuele in piazza del Duomo a Milano il 24 giugno 1896, “I Pompieri in azione” e “Piazza del Duomo”.
Questi film non vengono proiettati subito, ma servono a inaugurare a settembre, il secondo ciclo di proiezioni a Milano.
Finito il primo periodo di proiezioni milanesi, per Filippi cominciò un periodo di spostamenti da una città all’altra, la cui documentazione purtroppo è assai scarsa. In una sua lettera Filippi scrive: “In seguito portai lo spettacolo a Brescia, Verona, Bologna, Firenze”. Ovviamente citò le città principali non rispettando, forse, neppure l’ordine cronologico.
Queste quattro città, insieme a tante altre, compaiono anche in un lungo elenco compilato da Filippi stesso e pubblicato in un pieghevole. Dopo questi spostamenti Filippi dà avvio al nuovo ciclo di proiezioni a Milano, sempre al Teatro Milanese, venerdì 4 settembre 1896. Secondo il cronista del quotidiano “Sera” furono proiettati i già citati Bagni di Diana, L’inaugurazione del monumento a Vittorio Emanuele, I pompieri in azione. Qualche giorno dopo furono proiettati La piazza del Duomo e I piccioni di S. Marco. Il 10 settembre 1896, Filippi e Calcina, si recano alla Villa Reale di Monza per soddisfare la richiesta di Re Umberto che desiderava vedere uno spettacolo cinematografico. Il compito di Filippi è quello di aiutare a preparare le attrezzature e di eseguire materialmente le proiezioni. Dopo quella data Filippi inviava ai proprietari ed ai gestori di teatri e sale una lettera in cui scriveva: “il sottoscritto è l’unico che ha avuto l’onore di presentare i suoi esperimenti alle Loro Maestà a Monza”. Le proiezioni al Teatro Milanese proseguirono per tutto in mese di settembre. Filippi sfruttò al massimo la novità. Gli stessi Lumière erano pessimisti sulla durata del successo, “la meraviglia ha il fiato corto”, non poteva durare a lungo dopo la proiezione di Monza Filippi lascia Milano e si sposta da una città all’altra. A tal proposito esiste un documento che indica la sua presenza a La Spezia il 19 ottobre 1896.

A Torino la prima proiezione avvenne sabato 7 novembre 1896 alle ore 20,30 in una chiesa sconsacrata nell’ ex Ospizio di Carità al numero 33 di via Po. Fu una serata dimostrativa delle possibilità del Cinematografo Lumière. Erano presenti il sindaco, la stampa e molti altri qualificati invitati. La sera successiva iniziano le proiezioni per il pubblico pagante e proseguono con continuità, fino al 4 marzo 1897. Data l’esperienza già acquisita, Filippi era presente, fece l’ impegnativa proiezione del 7 novembre dando anche l’avvio a quelle pubbliche.
Dopo la prima proiezione a Torino, i Lumière decisero di intensificare la presenza del loro cinematografo in più città contemporaneamente, così vennero in quel periodo inviati in Italia diversi operatori francesi.
Uno di loro, un certo A. Cosnefroy si associò a Filippi. Mentre le proiezioni torinesi proseguivano regolarmente, si deve registrare la presenza di A. Cosnefroy e di Filippi come operatori a Udine dal 12 al 18 novembre 1896, a soli cinque giorni dalla presentazione del cinematografo a Torino.
Non è da escludere che la presenza di due operatori fosse voluta dai Lumière stessi per garantire la continuità delle proiezioni; nelle locandine infatti i due nomi compaiono insieme.
Dal 21 al 25 novembre 1896, la coppia Cosnefroy - Filippi, fu a Reggio Emilia al Politeama Ariosto.
Dopo appena due mesi la strategia dei Lumière cambiò radicalmente: il lavoro di coppia non portò i risultati sperati e i Lumière diedero disposizioni a tutte le “equipe” di sciogliersi e di operare quindi individualmente. Anche il binomio Filippi – Cosnefroy si sciolse: Cosnefroy probabilmente tornò ad operare in Francia, in quanto in Italia la sua presenza non venne più segnalata.
Altro fatto importante avvenne nel gennaio 1897: cadde definitivamente il divieto esercitato dai Lumiere, di vendere le loro macchine.
Questo fatto porta a supporre che Filippi, da questa nuova situazione, abbia avuto l’idea di diventare proprietario della macchina da proiezione e da presa. Un’altra tappa documentata delle proiezioni di Filippi fu quella del Teatro Rossini a Pesaro il 3 e il 4 gennaio 1897. Poi la sua presenza fu registrata all’esposizione Arti e Fiori di Firenze ove, il 29 gennaio in una serata ad inviti, a Palazzo Pitti, presenti i Principi di Napoli Vittorio Emanuele e Elena di Montenegro, ci fu la prima presentazione del cinematografo Lumière. A conferma di questo avvenimento c’è il biglietto di ringraziamento dei Principi di Napoli inviato a Filippi. Si sa che la permanenza a Firenze fu di 40 giorni consecutivi per le rappresentazioni cinematografiche, sempre all’ Esposizione Arti e Fiori. Le proiezioni durarono quindi fin verso il 10 marzo 1897.
Dal 29 aprile al 9 maggio 1897 Filippi è a Padova, al Teatro Garibaldi, e pubblica una locandina dalla quale emergono diversi dati interessanti:
a) La conferma che Filippi non è più associato a Cosnefroy. (La loro collaborazione durò circa due mesi).
b) Il cinematografo Lumiere risulta di proprietà di Filippi.
c) Si fregia del termine “Reale Cinematografo”. Sicuramente Filippi ottenne questa autorizzazione dai Principi di Napoli dopo la proiezione a Firenze.
d) La rappresentazione cinematografica è preceduta dall’esibizione della Compagnia di Varietà ed Attrazioni avente come direttore artistico il monologhista, comico e cantante Edoardo Moccia. Segnale questo che il suo cinematografo non può più viaggiare da solo. Filippi si rende conto che, passato il primo momento di curiosità per la nuova invenzione, i programmi risultano troppo brevi e di modesta qualità. Proiettare mezz’ora di tremolanti pellicole di 15/20 metri non possono sostenere a lungo l’interesse del pubblico e così il cinema, per alcuni anni, rimane come un numero tra i tanti che compongono il programma. Ma Filippi si spinge oltre: nella biblioteca comunale di Fano (An) è stato trovato anche un pieghevole pubblicitario, fatto stampare da Filippi nel maggio 1897 dalla Tipografia Nazionale Ramperti di Milano, con lo scopo di far conoscere quale era la sua attività e che cosa era il cinematografo Lumière.

Il pieghevole, un cartoncino color ambra di cm, 35 x 16,6 , è un raro , eccezionale e quindi importantissimo documento, da considerarsi un vero incunabulo cinematografico. Redatto da una persona competente quale era Filippi, questo documento getta un po’ di luce su alcuni aspetti della cinematografia italiana alle origini. Il pieghevole aperto risulta composto da sei
parti contenenti:
--La copertina che reca l’argomento del pieghevole, cioè la presentazione del Cinematografo Lumiere.
--Una interessante lettera che Filippi indirizzava ai proprietari e gestori di teatri, dove si evidenzia la perfezione del Cinematografo Lumière. (Eseguire anche riprese di avvenimenti locali rientrava nelle normali attività degli operatori Lumière). Nella lettera ci sono in proposito due riferimenti; nel primo c’è scritto: “L’unico che eseguisca e presenti in giornata una scena o un soggetto degno di interesse e ricordo”; nel secondo viene specificato che: “Il sottoscritto è l’unico che può riprodurre e quindi la sera stessa presentare al pubblico scene tipo macchiette della vita cittadina e quanto altro possa destare la curiosità e l’attenzione locale”.
--Un elenco di 27 città italiane con la precisa indicazione dei “Teatri e Sale in cui è stato presentato il Cinematografo Lumière”.
Nel compilarlo Filippi tenne conto solamente delle città più importanti, e per ovvie ragioni di spazio non citò paesi o paesini, ove la presenza può essere stata di un solo giorno.
--Una particolare notizia tecnica concernente le dimensioni dell’immagini proiettate sullo schermo: metri 8,5 x 6.5.
--La lettera inviatagli dal Principe di Napoli, in cui Sua Altezza Reale dichiara tutta la sua soddisfazione.
--Infine il pieghevole chiude con un “Elenco di proiezioni”, cioè una lista di 72 titoli di film, che Filippi possedeva o che erano disponibili per tutte le proiezioni.
Questo catalogo, pur essendo parziale, compilato da Giuseppe Filippi, è sicuramente il primo ad essere stato pubblicato da un italiano : ha quindi un grande valore storico.
Dal 23 giugno al 1 luglio 1897 è nella sua Cuneo. Prende in affitto il “Teatro d’Estate” (futuro Teatro Toselli, dove dal 1920 sorgerà poi il palazzo delle Poste) e presenta ogni sera, tranne venerdì 25 giugno, due ore di “trattenimento vario ed attraent”, sempre con grande successo.
Filippi giunge a Cuneo preceduto da una fama riconosciuta a livello nazionale. Ha già organizzato una propria struttura pubblicitaria con un dèpliant e con una copia della lettera di congratulazioni dei Principi di Napoli, che allegava alla richiesta di affitto dei locali.
Inoltre possedeva un listino che comprendeva non meno di 72 titoli e un’ attrezzatura che poteva far fronte anche a carenze d’ordine tecnico. Il cronista del giornale “Sentinella della Alpi” cita le osservazioni entusiastiche dei colleghi di Milano i quali notano “come il Filippi sappia operare con rara e forse unica abilità il meccanismo, ottenendo una nitidezza e una stabilità dei quadri davvero sorprendente” (S. A. 19/20 giugno 1897 n. 142) In effetti la stabilità delle immagini costituisce un grave inconveniente per le prime proiezioni e, sovente, lo sfarfallio sullo schermo era dovuto alla velocità di proiezione, quasi sempre con frequenza troppo bassa.

Filippi 1°maggio 1897
Teatro Garibaldi PADOVA

Nello stesso anno, alle immagini mute, si cerca di applicare il suono. Edison ci aveva già pensato: far camminare insieme un proiettore e un fonografo, in modo da vedere e sentire nello stesso tempo. Ne vengono proposti parecchi in quegli anni, ma il primo di cui abbiamo notizia, è registrato in Francia all’inizio sempre del 1897. Filippi naturalmente non si lascia scappare nulla di tutto quanto succede nel mondo del cinema.
A Cuneo presenta per la prima volta il “Grafofono Amplificatore” e lo definisce in una lettera come “recente scoperta scientifica, ingegnosissimo apparecchio che riproduce il suono ed il canto a voce alta e distinta , senza nulla togliere alle sfumature melodiche” Filippi ne fa saggio uso. Lo presenta il 25 giugno al Caffè di Città subito dopo la prima proiezione e il cronista annota che “i suoni si percepivano persino nella strada” ( S A 26/24 giugno 1897 n. 148) L’ entusiasmo dei cuneesi è alle stelle. Negli ultimi giorni di permanenza a Cuneo, Filippi brucia tutte le sue carte: i quadri aumentano da dieci a quindici e poi a venti, mentre i prezzi vengono addirittura diminuiti. Purtroppo non risulta che a Cuneo Filippi abbia girato dei film, come era consuetudine; le cronache cittadine ne avrebbero sicuramente parlato. Dopo l’ultimo spettacolo Filippi lascia Cuneo per Asti. (Roberto Dutto nel Il cinema a Cuneo, dicembre 2002)
Nell’ archivio comunale di Fano (An) è stata ritrovata una lettera datata 9 ottobre 1897, manoscritta a Crema da Filippi e indirizzata alla Direzione del teatro di Fano per una richiesta di rappresentazioni cinematografiche. La richiesta fu accolta dal Sindaco e nei giorni 27 - 28 - 30- 31 ottobre e il 1 - 6 - 7 novembre 1897, al Teatro della Fortuna di Fano, si tennero varie rappresentazioni cinematografiche. I relativi borderaux danno un’ idea dell’affluenza di pubblico.
L’ incasso lordo al botteghino del 28 ottobre è di 211,05 lire, mentre quello del 30 ottobre (sabato) è di 307,40 lire. I posti più cari sono quelli in platea o nei palchi, a 60 centesimi.
Da notare che il 29 ottobre fu giornata di riposo; Filippi indubbiamente ne approfittò per girare il film Veduta del porto di Fano che fu sviluppato e stampato in loco. Il film fu proiettato domenica 31 ottobre.
Verso la fine dell’anno 1897 Filippi è ad Ancona al Teatro Vittorio Emanuele.
L’attività cinematografica di Filippi nel il 1898 purtroppo è scarsamente documentata.
C’è solamente da segnalare la sua presenza a Imola nei primi giorni di Aprile.
Ci fu ancora un prosieguo cinematografico, ma evidentemente non esisteva più l’entusiasmo del periodo precedente e la concorrenza era molto forte per i molti ambulanti che, di anno in anno , diventavano sempre più numerosi e organizzati.
Il 19 febbraio 1899 a Benevagienna, nella casa posta in via del Collegio 24, muore Maria Adelaide Gazzera, moglie di Giuseppe Filippi, di anni 28, appena 10 giorni dopo aver dato alla luce la secondogenita Maria Celeste Stella.
Questo fatto deve aver sicuramente lasciato un segno profondo nella vita di Filippi.
Anche i suoi progetti di lavoro subiscono inevitabilmente delle varianti non programmate.
Non si perde d’animo, la passione per il cinema è più forte di ogni altra cosa.

Filippi Giacomo Clito e Maria Stella
figli di Giuseppe e Gazzera Maria Adelaide

Nel 1900, Anno Santo, Filippi è a Roma dove, in una galleria del Vaticano, ebbe modo di riprendere più volte il Papa, Sua Santità Leone XIII. A questo proposito esiste un documento in cui lo stesso Filippi scriveva: “dopo aver passato tutta la notte nella camera oscura del fotografo Federici, in piazza Rusticucci, proiettai la pellicola nella Cappella Sistina per desiderio dello stesso Pontefice”.
Filippi ritorna a Cuneo nel maggio del 1901. La sua città, che, la prima volta l’aveva accolto con tanto calore ed entusiasmo, è cambiata: ben diversa è anche l’accoglienza.
Il cinematografo non è più una novità. Anche a Cuneo sono arrivati i “baracconi ambulanti”. Il giorno più amaro è il 29, quando annulla lo spettacolo “per… abbondanza di spazio” rimborsando il prezzo dei pochi biglietti venduti. Le regole del mercato sono cambiate . Molti sono i padiglioni da fiera che girano per le piazze con il cinematografo: a Cuneo per la fiera di Quaresima del 1900 se ne contano almeno tre (due in piazza Vittorio e uno in piazza Seminario) Il pessimismo dei Lumière sta trovando forse conferma. La sua parabola si era o si stava esaurendo.
Anche in Francia è iniziato il tramonto dei Lumiere con il sorgere di nuovi astri: Melies prima, Pathè subito dopo.
Filippi legato alla produzione e alla filosofia dei Lumière, non avendo anche probabilmente aggiornato il suo listino, è destinato ad un rapido tramonto.
Nell’archivio anagrafico del Comune di Cuneo esiste un certificato di trasferimento di residenza della famiglia di Filippi, molto interessante. Questo documento certifica che la famiglia Filippi, proveniente da Montanera, si trasferisce a Cuneo nell’ aprile 1901, in via Orti (attuale XX Settembre) al n.12.
Per la prima volta appare su un documento ufficiale che Filippi si è sposato in seconde nozze con Benvenuta Bertazzoli di Milano e con loro, oltre ai figli, abita anche la suocera Stefanina Maifredi.
A Cuneo Filippi rimane pochissimo tempo. Verso la fine dell’anno 1901, emigra con tutta la famliglia in Brasile.
Non si sa il perché la scelta sia caduta sul Brasile. Certamente aveva capito che in Italia per il suo cinematografo non c’era più spazio. In Brasile il cinema era già presente fin dal luglio del 1896, ma probabilmente non aveva ancora raggiunto una così forte penetrazione come era avvenuto in Europa.
Alcune notizie di Filippi sono riportate nella “Storia del cinema in Brasile dove si documenta che il primo che portò il cinematografo in Brasile fu un immigrante italiano Alfonso Segreto, operatore Lumière che, con suo fratello Pasquale, detenne per alcuni anni il monopolio del cinema in Brasile”.
A loro si deve la registrazione del primo film brasiliano. Filmarono la baia di Guanabara con alcune imbarcazioni nel porto.
I primi concorrenti arrivarono all’inizio dell’anno 1902. Giuseppe Filippi si stabilì a San Luis nel Maranhao. In Brasile si presentò non come “Cinematografo Lumière”, ma come “Compagnia d’Arte e Bioscopio Inglese”. Probabilmente Lumière era già troppo sfruttato, oppure essendoci altri operatori, Filippi non potè utilizzare il nome dei Lumière.
Il primo film girato a San Luis risale al 1902 e l’autore fu proprio Filippi.
“Il Bioscopio Inglese “ ebbe un successo strepitoso nel teatro di San Luis dove rimase dal 13 luglio al 9 agosto 1902. Tutte le notti c’era grande spettacolo. Filippi diventò così tanto famoso da essere invitato a partecipare con un’attrazione speciale alla festa per l’indipendenza del Maranhao dal Brasile. Fu una notte spettacolare, illuminata dalle lampade elettriche e fra discorsi , concerti di pianoforte, omaggi ai letterati, il Bioscopio ha
eseguito il terzo atto della festa con i suoi filmati.
Prima di iniziare Filippi ha omaggiato la società che così tanto calorosamente lo aveva accolto, con una sorpresa, che il giornale “ O’ Federalista” così riportò: “Prima di dare inizio al terzo atto del Bioscopio Inglese, il sig. Filippi fece scendere un telo bianco, su cui proiettò l’immagine di alcune persone, appartenenti al principale gruppo letterario in attività all’epoca, circondati dai ritratti dei tre uomini politici più importanti in quel momento”. L’ entusiasmo sale, il pubblico è conquistato.
Filippi riassapora nuovamente il successo avuto in Italia. Il suo metodo non cambia; si sposta continuamente da una città all’altra.
Dal 17 agosto all’ 8 settembre 1902 Filippi si trova a Fortaleza al teatro Iracema dove presenta diverse immagini della città da lui prodotte, più un buon numero di filmati.
Tutti filmati prodotti dall’impresa cinematografica di Pathè o da quella di Georges Mèliès. Dall’ elenco dei film che vengono proiettati non compaiono più quelli prodotti dai Lumière.
Filippi ha chiuso definitivamente la sua avventura con i fratelli di Lione. I Lumière rinunciarono poi definitivamente a produrre film, per dedicarsi a nuove ricerche sulla tecnica cinematografica: pellicole a colori e in rilievo.
Grande successo ebbe il film “Hecatombe de Martinica”. Filippi ha affermato più volte di essere lui l’autore di queste scene della catastrofe provocata dall’eruzione del vulcano che distrusse il giorno 8 maggio 1902 la città di Saint – Pierre, mentre tornava dall’isola di Barbados, dopo aver fatto alcuni filmati (intervista rilasciata al giornale “A Repubblica” del 1 settembre 1902).
Nel 1902 Filippi è presente anche a Recife e Maceio. Domenica 23 agosto 1903 è al teatro Hauer di Curitiba, dove proietta immagini animate di Rio de Janeiro e di Guaratinguetà da lui prodotte. Il giorno 25 agosto 1903, sempre a Curitiba, filma la sfilata commemorativa del centenario della nascita del Duque de Caxias do Sul, proiettato al teatro Hauer dal 1 ottobre in poi.
Il repertorio di Filippi comprendeva a quell’epoca parecchi film di grande successo, tra i quali: O sonho de Natal ( Il sogno di Natale ), grande pubblicazione a colori in 20 quadri e Vida e morte de N.S. Jesus Cristo (Vita e morte di N.S. Gesù Cristo), in 19 pregevoli quadri animati e a colori. E’ inoltre possibile che Filippi abbia filmato altre immagini di Curitiba e forse anche nell’interno dello stato del Paranà. Rimane al teatro Hauer di Curitiba, per otto settimane, fino alla domenica del 18 ottobre 1903.

Alcuni mesi più tardi Filippi presenta una stagione simile a quella del Paranà nel Rio Grande do Sul. La sua compagnia d’Arte e Bioscopio Inglese esordisce nella città di Rio Grande ,al teatro Sete de Setembro, mercoledì 24 febbraio, restando in cartellone fino a domenica 20 marzo 1904.
Come a Curitiba, Filippi ha usato lo stesso espediente della ripresa locale per attirare il pubblico e lo ha fatto immediatamente nei primi giorni del suo arrivo, approfittando del passaggio del senatore Pinherio Machado e della sua famiglia il giorno 23 febbraio 1904.
Così scriveva il cronista del giornale “O Artista”: “L’illustre artista Josè Filippi deve essere soddisfatto per la meritata accoglienza ricevuta dal nostro pubblico durante la presentazione dei suoi lavori sulle immagini animate e fisse, superiori sia per la perfezione, la nitidezza sia per il valore storico, rispetto ad altre dello stesso genere fino a qui comparse”. Lo spettacolo di ieri ha fatto accorrere un’affluenza straordinaria di pubblico, tanto che la biglietteria si è vista costretta a sospendere la vendita dei biglietti (O Artista, Rio Grande, 29 febbraio 1904).
Ampio consenso ha avuto il film A luta mortal entre o touro e o leao (La lotta mortale fra il toro e il leone) riproduzione animata girata nell’arena di Rubaix.
Altri film presentati furono: Sonho de Natal e As ruinas de Roma (Le rovine di Roma). Molto apprezzato è stato Panorami di Venezia e le immagini animate comiche, che hanno provocato l’ilarità generale.
Filippi si gode un meritato successo non solo artistico, ma anche economico.
Dalla città di Rio Grande la compagnia prosegue per la vicina Pelotas.
“E’ giunto ieri dal Rio Grande, accompagnato dai suoi coadiutori, il sig: Giuseppe Filippi, il quale ha ottenuto uno splendido risultato per le sue esibizioni” ( Diario Popular , Pelotas, 23 marzo 1904).
Dopo le visite ai giornali locali Filippi dà avvio alle proiezioni presso il “Teatro 7 de Abril“,
sabato 26 marzo e rimane in cartellone fino a domenica 1° maggio 1904.
Il programma comprendeva, oltre che al solito repertorio, due novità: O Rio Grande ilustrado, con i ritratti dei capi della rivoluzione del 1835 e di altri personaggi illustri del Rio Grande e A defesa da bandeira immagine animata effettuata per omaggiare il comandante del 2° battaglione della Brigada Militare.
Lo storico brasiliano Antonio Pfeil sostiene, nelle sue pubblicazioni sul cinema, che questo film, realizzato da Filippi a Porto Alegre, è stato uno degli embrioni del cinema gaucho, in quanto non esistono notizie documentate di riprese avvenute in periodo antecedente.
Domenica 26 aprile 1904 Filippi riprende nel Retiro, quartiere di Pelotas, una delle tante feste che l’Uniao Gaucha aveva in programma. Il primo film di Pelotas è nato. Alcuni giorni dopo viene proiettato e la cronaca scrive: “Lo spettacolo offerto dal Bioscopio Inglese, sapientemente diretto dal sig. Josè Filippi, è stato un grande trionfo, per aver mostrato, con grande nitidezza, le immagini animate della festa della Uniao Gauch, con i vari personaggi, apparsi sia in piedi, sia montando bellissimi animali nei tipici costumi gauchos” (Diario Popular, Pelotas, 30 aprile 1904).
Questa è stata l’ultima presentazione a Pelotas. Il giorno successivo la compagnia, senza perdere tempo è partita con destinazione Jaguarao con il battello Mirim.

Foto cartolina inviata da Filippi al figlio - Nizza 1934

In questo periodo le notizie di Filippi sono poco documentate. Si sa per certo che la Compagnia d’Arte è stata a Montevideo, nell’ultima settimana del maggio 1904, che in seguito è stata a Buenos Aires dove, come Filippi stesso ha dichiarato in una lettera inviata allo storico cinematografico Palmieri, “offrii in un teatro un primo saggio, sia pure empirico, di cinematografia parlata, voglio dire, un film sincronizzato con un fonografo da me posto dietro lo schermo”.
Di ritorno in Brasile, la compagnia deve essersi presentata anche a Bagè, prima di arrivare finalmente a Porto Alegre.
In questa città Filippi ha fatto la stagione in due teatri, dal 13 luglio al 7 settembre del 1904 al teatro Sao Pedro e dall’ 11 settembre al 12 ottobre al Polytheama. La prima presentazione venne più volte rinviata a causa del brutto tempo.
Finalmente la domenica del 31 luglio, il pubblico di Porto Alegre, ha potuto godere dello spettacolo di Josè Filippi, che ha gradito in modo straordinario. ( Correio do Povo , Porto Alegre 2 agosto 1904 ).
Il repertorio era davvero vasto, arricchito qua e là con nuove immagini.
Filippi vuole sbalordire il pubblico. Annuncia un grandioso spettacolo per lunedì 15 agosto. Per la prima volta verranno proiettate l’immagini animate O Gremio Tamandarè (La comunità Tamandarè ) girate dallo stesso Filippi nella baia di Guaiba.
Al mercoledì, il cronista del Correio do Povo, scrive: “Il clou della serata e stato quando sono apparse le immagini del Gremio Tamandarè, si vedevano le imbarcazioni uscire ed entrare nella baia Il pubblico esterefatto si è scatenato con molti applausi ed ha richiesto il bis della proiezione”. Quella stessa sera Filippi annuncia, per giovedì 18 agosto, un’altra serata speciale. Verranno proiettate le immagini della sfilata dei ciclisti, accompagnati da un cavaliere al galoppo, girate a Porto Alegre. A tal proposito il cronista dopo aver visto lo spettacolo scrive: “Il quadro merita di essere visto, non solo perché riproduce aspetti locali, ma anche per la sua perfezione” (Correio do Povo , Porto Alegre 1904). Filippi sull’onda del successo, decide di rimanere più tempo in città e si sposta al teatro Polytheama. Inizia subito con gli spettacoli e proietta il suo terzo e probabilmente ultimo film girato a Porto Alegre. Si tratta di A saida da igreja das Dores (l’uscita dalla chiesa di das Dores). La stampa locale scrive: “Il sig. Josè Filippi, che non perde l’occasione per arricchire il suo bioscopio, si è sistemato davanti alla chiesa das Dores e ne ha riprodotto tutta la facciata imbandierata.
Questa immagine è stata ripresa mentre il popolo scendeva le scale della chiesa, al termine della festa del 18 di settembre”. (Correio do Povo, Porto Alegre 19 settembre 1904).
L’ultimo spettacolo documentato di Filippi a Porto Alegre è del mercoledì 12 ottobre 1904. Dopo quella data non si hanno più notizie di Giuseppe Filippi e della sua Compagnia di arte e Bioscopio Inglese. Filippi, all’apice del successo, è costretto ancora una volta a stravolgere i suoi programmi.
La seconda moglie, Benvenuta Bertazzoli, colpita dal tifo, muore in Brasile, così Filippi che ha con sé anche i figli, decide di rientrare in Italia nel 1905.
Da un documento del comune di Como risulta che i figli, Clito e Maria Stella, prendono domicilio presso l’abitazione della mamma della seconda moglie, Mainfredi Stefanina a Ponte Chiasso (Co), in via Dante Alighieri al n. 15.
Lì rimangono fino al 1909, poi Clito si trasferisce a Torino, probabilmente in collegio, mentre Maria Stella si trasferisce a Benevagienna (Cn), presso l’abitazione dei nonni materni.
Filippi si stabilisce a Torino dove dirige spettacoli di cinema e arte varia nel salone “La Meridiana”. Si risposa in terze nozze con Matilde Maria Pessione il 4 maggio 1915 a Torino, presso il santuario dei Beati Angeli.
In questo periodo la vita di Filippi è povera di notizie documentate.
Di certo si sa che è stato in Inghilterra a proporre cinema e spettacoli per conto suo. Fiato sprecato: per i capitalisti londinesi, che dovrebbero finanziarlo, il cinematografo pare spettacolo degno soltanto di una fiera di villaggio.
Dai registri dell’ufficio di anagrafe del comune di Torino risulta che Filippi rientra in Italia, proveniente da Londra, nel giugno del 1928.
Filippi non è certo persona di carattere tranquillo. La vita da semplice pensionato non l’entusiasma affatto. Attratto probabilmente dalla mondanità della costa azzurra, si trasferisce a Nizza il 14 luglio 1930, dove dirige cinema e teatri, spingendosi spesso e volentieri fino a Parigi.
Rientra definitivamente in Italia e si stabilisce a Sangano, allora frazione di Bruino (To), il 29 agosto 1939.
Oggi il comune di Sangano conta più di tremila abitanti, in quel periodo era poco più che una borgata.
Parecchia gente si ricorda di lui come persona estroversa, capace, intelligente, che parlava correttamente quattro lingue e amava raccontare, all’ombra dei gelsi, che ancora oggi fanno da corona alla sua vecchia casa, le straordinarie avventure della sua vita.
Da segnalare un fatto avvenuto il 15 settembre 1943, e riportato sul libro intitolato “Omaggio dei Sanganesi alla Madonna del Pio Perpetuo Soccorso”, fatto stampare dal parroco di Sangano Don Gioana Giovan Battista.
Filippi salvò da morte sicura 8 prigionieri inglesi fuggiti dai campi di concentramento che avevano trovato asilo ed aiuto presso gli abitanti di Sangano. Durante un feroce rastrellamento da parte delle truppe tedesche Filippi, l’unico a parlare correttamente l’inglese, affrontò una faticosa marcia per raggiungere i prigionieri inglesi, i quali furono così ben istruiti che ebbero salva la vita.
Nel 1951, all’età di ottantasette anni, Filippi venne chiamato alla presentazione del film Bellissima.
In proposito,nell’articolo della Domenica del Corriere del 1951, si legge: “Filippi è venuto a Roma invitato dagli organizzatori di Bellissima, un film che racconta la vita del cinema vista dall’altra parte dello schermo: i retroscena, i piccoli e grandi segreti”. Ne parlarono anche altri giornali. Questa fu l’ultima apparizione di Filippi nel mondo del cinema”.
Giuseppe Filippi,morì a Sangano il 3 giugno 1956, alla veneranda età di 92 anni. Sulla lapide della sua tomba, posta nella nuda terra, nel vecchio cimitero di Sangano, c’era la scritta: ”Pioniere del cinema”. Quel cimitero non esiste più, è stato demolito e ricostruito altrove. L’ultima testimonianza di un grande personaggio, è sparita per sempre.

Testo di Tommaso Masera

Dal libro:
" a l'umbra 'dla tiglia s'le rive de stura"
Memorie Storiche di Montanera
Manuela Dalmasso - Tommaso Masera
Comune di Montanera - luglio 2007

 

Manifesto utilizzato per i primi spettacoli con il Cinematographe Lumière a Torino
Novembre 1896

Filippi – Cosnefroy novembre
Teatro Politeama Ariosto Reggio Emilia

Locandina dello spettacolo organizzato dalla compagnia di Jole Cantini al
Teatro Reinach di Parma il 19 settembre 1896.
Una delle rare volte in cui Filippi è associato ad Albert Cosnefroy

Locandina fatta stampare da Filippi in occasione della prima serie di proezioni
avvenuti con Cinematographe Lumière al Teatro Milanese di Milano marzo 1896

Filippi Novembre 1897
Teatro della Fortuna Fano

Cinema italiano alle origini

 

Quadro conservato al museo di Milano di Via Sant’Andrea e
raffigurante la piscina dei “Bagni di Diana “nel 1842. Il dipinto è di
Andrea Piazzola, costruttore dei bagni

 

15 Settembre 1943
Salvataggio da sicura morte di 8 prigionieri inglesi
fuggiti da un campo di concentramento

Riportiamo copia della dichiarazione inviata a suo tempo al Comando Militare Alleato di Torino:
I sottoscritti, ciascuno per la parte che lo interessa, in ottemperanza alle disposizioni comparse sui giornali, espongono qui appresso i fatti relativi all'aiuto prestato ai prigionieri Inglesi, premettendo che sia ben chiaramente inteso ch'essi non intendono gli sia offerto alcun premio o segno tangibile di riconoscenza materiale. I sottoscritti sono paghi e soddisfatti di aver operato secondo i dettami della loro coscienza e dei loro sentimenti e saranno lieti se giungerà loro un semplice riconoscimento morale.
Ecco i fatti:
Dopo l'8 settembre 1943, otto prigionieri di guerra inglesi fuggiti dai campi di concentramento, raggiungevano il territorio di Sangano, trovando asilo ed aiuto presso i vari abitanti. Il giorno 15 settembre 1943 il benemerito Commissario Profettizio, allora in carica, veniva informato essere imminente un rastrellamento nella zona di Sangano dei prigionieri fuggiaschi inglesi da parte dei tedeschi.
Sceglieva il Commissario Prefettizio immediatamente due individui di sua assoluta fiducia perchè provvedessero per avvertire del pericolo i prigionieri inglesi e a dar loro tutte le indicazioni necessarie per la fuga ed il trasferimento in località più sicura. Infatti gli incaricati del Commissario Prefettizio svolsero con rapidità ed intelligenza e con alto spirito di fraternità l'incarico assunto tantoché in poche ore i prigionieri inglesi furono bene instradati e poterono così salvarsi da sicura morte, mentre sopraggiungevano i tedeschi inferociti che eseguivano scrupolosi sopraluoghi obbligando ad accompagnarli di giorno e di notte, per varie riprese, negli stessi sopraluoghi.
E' da segnalare in modo particolare il comportamento, nelle circostanze suesposte, del signor Filippi Giuseppe (vecchio pioniere della Cinematografìa Mondiale), unico fra tutti a conoscenza della lingua inglese, il quale, vecchio ottantacinquenne e molto male andato in salute, affrontò una faticosa marcia in terreno accidentato per raggiungere i prigionieri inglesi e si prodigò con tutte le sue forze.

Ecco le generalità degli otto prigionieri inglesi salvati:

Driver Latter Eric N. 922365, Age 23, Captured Cazala 1-6-42, Camp. n. 66 53 133 VI 112 IX L 1/2 Service.

Gunner Smith George n. 975865, Age 23, Captured Cazala 6-6-42, Camp. n. 66 53 133 XIII 112 IX 3 YRS.

Ptr. ThGRPE Bruce n. 4975832, Age 21, Captured Knightabridge 6-6-42, Camp. 23 53 133 XIV 112 IX L YRS.

Rfm. Semmonde Alfred n. 619302, Captured Cazala 1-6-42, Camp. 66 53 133 XIII 113 IX 10 YRS.

Gunner Miller Frank n. 860692, Captured El Adam 16-6-42, Age 25, Camp. 66 53 133 XIII 112 IX YRS.

Gnr. Richards Norman n. 945875, Captured El Adam 15-6-42, Age 24, Camp. 66 53 133 XVI XI 112 IX 4 YRS.

Gnr. Pearche n. 928608, Captured El Adam 14-6-42, Age 23, CC. 66 43 133 XVI XI 112 IX 3 YRS.

Gnr. Silberts Richars n. 981080, Captured Cazala 5-6-42, Age 33, CC. 66 53 133 XIII 112 IX 4 YRS.

Sangano (Provincia di Torino) 31 maggio 1945.

 

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Maria Teresa Pasquero Andruetto