Sangano

Per non dimenticare

Serg. Magg. Pilota Marco Matta.
M.O.V.M. alla memoria

 

 

Una vita breve, vissuta intensamente

Caduto in Croazia (Podrute) il 7 gennaio 1992 nel corso di una missione di monitoraggio, sotto l’egida dell’allora costituenda Comunità Europea, per l’osservanza degli accordi per il cessate il fuoco, nei territori dell’ex-Jugoslavia; in seguito al proditorio abbattimento dell’elicottero, di cui era 2° pilota, da parte di un Mig serbo.

Con lui persero la vita:

Ten. Col. Enzo VENTURINI Comandante
Mar. Capo Silvano NATALE Tec. meccanico
Mar. Capo Fiorenzo RAMACCI Tec. elettricista
Ten. Di Vascello Jean Loup EYCHENNE Osservatore

Tutti i componenti l’equipaggio, sono stati insigniti della
Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria.

Per aver proseguito nell’assolvimento del dovere nonostante precedenti operazioni ad alto rischio.

Questo libro, scritto a più mani, oltre a perpetuarne la memoria, vuole essere un condensato di testimonianze sulla vita di un ragazzo che, come tanti anche oggi, sanno affrontare con coraggio le problematiche della vita, lasciando un segno.

Inoltre vorremmo servisse da spunto per una riflessione su come a volte le nostre azioni, anche banali, se vissute con passione, possono continuare a produrre frutti nel tempo.

Periodo scolastico

Marco nasce ad Avigliana il 7 gennaio 1964, vive a Sangano con i genitori e fratelli minori Massimo e Marzio e dove frequenta il ciclo dell’istruzione obbligatoria.

Dal 1978 al 1983 frequenta il liceo scientifico all’Istituto Superiore “Blaise Pascal” di Giaveno.
Questi 5 anni vissuti con difficoltà e forte impegno personale, sono stati da lui stesso riconosciuti, significativi per la sua formazione.

Lo spirito goliardico che caratterizzava Marco, è ricordato ancora oggi con simpatia da parecchi suoi compagni di corso.

Gita scolastica a Roma

Rudy
Marco non avrebbe voluto vederci piangere, il pianto e la disperazione sono concetti lontani dal suo modo di pensare.
Vivere, gioire, godere di ogni goccia di vita; questo dobbiamo fare se vogliamo onorarlo … Sorridere al pensiero di questo mascalzone dal cuore grande … al pensiero di questo eterno bambinone che riusciva a raccogliere i fiori più belli nei cespugli più spinosi senza pungersi.

Scusate se mantengo l’anonimato, ma voglio esprimere ciò che sentivo per il caro Marco. Il sorriso di questo caro amico non l’ho mai dimenticato … era troppo buono, troppo sereno, troppo tutto. Canticchiava sempre una canzoncina inglese: ”Don’t worry, be happy”

 

Marina
Marco è stato il mio compagno di classe ma anche qualcosa di più.
Aveva cominciato a chiamarmi sorellina, ed io fratello; in seguito però questo suo chiamare fratello e sorella anche gli altri compagni aveva fatto si che si formasse un gruppetto di fratelli e sorelle, rimasto tale per tutti gli anni del liceo e gli anni di gruppo in parrocchia.
C’era qualcosa di più tra noi, oltre alla spensierata amicizia di quegli anni giovani, un qualcosa di profondo, forte, che incancellabile è rimasto nel mio cuore.

Nel decimo anniversario della sua morte, su iniziativa dell’allora Preside, l’Istituto “Blaise Pascal”, ha voluto dedicare alla memoria di Marco, un simpatico quanto impegnativo ricordo, intitolato “La cura”, costituito da una coppa in bronzo che, con il livello d’acqua controllato, evidenzia una scritta che sembra galleggiare sull’acqua ed inneggia alla continuità della vita.

“Il tempo non muore...Il cerchio non è rotondo”

Il controllo del livello d’acqua è stato demandato, a rotazione, alle diverse classi.
La ciotola è visibile attraverso un’apposita apertura nel corridoio in prossimità degli uffici direzionali.

Adolescenza

Nel periodo giovanile Marco, partecipava attivamente alla vita parrocchiale di Sangano; era uno degli animatori più attivi dell’Oratorio Don Bosco, sorto da pochi anni, alla cui fondazione egli aveva contribuito.

I giovani dell'Oratorio Don Bosco

Liberando l’alloggio di Casarsa, dopo la sua morte, trovammo tra i documenti una sua lettera, di quattro pagine, scritta a Gesù il 6 agosto 1982.

Caro Gesù, Scusami se ti scrivo solo ora ma non riuscivo a trovare il tuo indirizzo.
Finalmente leggendo la Bibbia, l’ho trovato: Via dell’Amore.
Innanzitutto vorrei ringraziare nostro Padre e te per avermi aiutato a guarire dalla più brutta malattia della quale l’uomo possa ammalarsi, la famosa Pigrizianum Acutis … Anche se, come tu ben sai, preferisco tutto ciò che è made in Italy, il mio medico è stato un “Greco”, un certo Marco Greco.
Dopo quattro sedute, a dire la verità sono state solo tre, perché alla prima non mi sono presentato (forse per paura di guarire), Marco mi ha prescritto una cura a base di Casalpina. A seguire la cura eravamo in molti.
C’erano alcuni elementi a me sconosciuti che mi lasciavano un po’ perplesso, ma che si sono rivelati efficacissimi.
Fratello, vuoi sapere una bella cosa, un uomo nuovo ho incontrato sul sentiero della mia vita (che spero sia ancora molto, ma molto lunga), don Marcello, sai, è forte in tutti i sensi.
Un giorno con Marcello parlai dell’Apocalisse e lui mi disse “Il libro dell’apocalisse ci parla della rivelazione di Dio, che avverrà in futuro. In realtà, però, la Genesi come l’Apocalisse sono presenti in ogni istante della storia, la Gerusalemme celeste è già qui. La storia è il ripetersi degli stessi avvenimenti”.
Subito, queste parole non le compresi ma guardando, poi, il paesaggio alpestre, assaporando l’aria che era piena d’amore, di un amore che ci lega e ci terrà assieme per sempre, (spero) finalmente capii ciò che Marcello voleva dirmi.
Il Paradiso è qui, è sempre stato sulla terra, è stato l’uomo accecato dal suo egoismo, a non vederlo più a crederlo perduto. Tocca a noi ritrovarlo, imparare a vederlo, a scorgerlo. Bisogna imparare ad amare gli altri. E’ molto difficile lo so, ma la posta in gioco è altissima, è la felicità.
Una cosa però non ho capito, è vero che la Genesi, l’Apocalisse ed ogni altro avvenimento si ripetono durante il corso della storia?

Ti prego, dammi una risposta in qualche modo. Affettuosamente Marco ti saluta.

Arruolamento volontario nell’Esercito

Dopo il liceo, come la maggior parte dei giovani, anche Marco aspirava ad una vita avventurosa, perciò l’opportunità di un bando per l’arruolamento volontario nell’Esercito Italiano, con prospettive che comprendevano il conseguimento del brevetto di pilota d’elicottero, sembrava fatto apposta per la sua massima aspirazione:…Volare …
Le varie modalità previste, il rischio di non essere ammesso alla prima selezione e per evitare che l’imminente chiamata per il servizio militare di leva, fosse di qualche impedimento alla partecipazione al bando, consigliarono l’iscrizione all’Università.
Pertanto Marco nell’anno 1983-84 risulta iscritto alla facoltà di “Farmacia” all’Università di Torino, senza mai aver frequentato, in quanto ha continuato a fare l’apprendista idraulico, attività già iniziata nell’ultimo anno di liceo.
Il Natale 1983 portò la sospirata convocazione prevista dal bando, con imperativa partenza per l’8 gennaio 1984, per la Scuola Allievi Sottufficiali di Viterbo (SAS).
Furono giorni di sua esaltante euforia, quelli che precedettero la partenza.
Seguì un periodo di lettere e telefonate d’umore altalenante, secondo gli esiti di prove ed esami sostenuti, fino a settembre quando con una quasi drammatica telefonata avvisava la famiglia che nella selezione, era risultato 25° su 460, ma che il corso prevedeva solo 23 posti per allievo pilota, perciò si sentiva escluso.
Il giorno seguente però una telefonata di segno opposto avvisava che a seguito della rinuncia di qualche candidato a favore di altre specialità, era rientrato nel numero previsto.

Nel settembre 1984, Marco si trasferì al Centro Aviazione Leggera Esercito di Viterbo per alcuni mesi di preparazione teorica, a cui segui la nomina a Sergente e il trasferimento alla scuola dell’Aeronautica Militare di Frosinone per il corso pratico, in un crescendo d’entusiasmo, fino al conseguimento, il 7 agosto 1985, del brevetto di “Pilota Osservatore di Elicottero”. (POE)

 

Consegna brevetto

Molte volte Marco ebbe a dire che la preparazione ricevuta dal BUS-TUS, ora Blaise Pascal, di Giaveno fu determinante per compensare altre doti, non scolastiche, che la quasi totalità dei corsisti aveva.

 

Battesimo del brevetto

Spesso ci siamo trovati a ragionare su questo periodo di contrastanti vicende, senza ovviamente giungere a capire le contraddittorie stranezze del destino.

Casarsa della Delizia

Dopo il conseguimento del brevetto di “Pilota Osservatore di Elicottero” (POE), per l’inserimento a ruolo, Marco privilegiò l’aeroporto “Francesco Baracca” di Casarsa della Delizia (PN) in quanto aeroporto con maggior operatività, specie di protezione civile, rispetto ad altre sedi più vicine a casa.

Certo il modo di presentarsi in aeroporto, di Marco e di un suo collega di corso, non è stato sicuramente il più felice, in quanto essendo in auto, su un rettilineo di alcuni chilometri, nello svoltare per entrare in aeroporto, sono riusciti a farsi centrare da un veicolo in transito, con conseguente ricovero in ospedale e la comprensibile ilarità dei futuri colleghi.

 

Dopo un primo periodo di vita in caserma, Marco riuscì ad affittare e poi a comprare, un piccolo alloggio a Casarsa.
Una sua frase: …dopo tre anni, vissuti con gli effetti personali rinchiusi in un armadietto in caserma e nel baule di una vecchia “Ritmo”…

Elicottero 205-340

Il periodo vissuto a Casarsa è stato per Marco un crescendo d’entusiasmo e soddisfazioni.
Molte sono le testimonianze di stima pervenute alla famiglia con lettere o dichiarazioni rilasciate a giornali locali, che testimoniano il suo inserimento nell’ambiente di lavoro e nel tessuto sociale.

Dal Gazzettino Veneto del 9 gennaio 1992

Comandante Col. Baldo Michelli
Marco era un pilota molto bravo, preparato e serio. Aveva tanta voglia di vivere, di fare molte cose; era alla sua prima missione all’estero, nonostante la sua giovane età, aveva già accumulato molta esperienza in quasi 1400 ore di volo su elicottero AB 205.

 

M.llo Ferdinando Bettin
Quando è arrivato a Casarsa, suo figlio Marco è stato affidato a me che ero il più anziano, l’ho chiamato più volte figlio e lui mi ha sempre rispettato come un padre.

Col. Mameli Paoletti
Quando sono librato nei cieli mi sento molto più vicino a lui perché, per l’entusiasmo e la serietà con la quale affrontava il suo lavoro e per la nobiltà della missione che stava svolgendo, può essere solo in Cielo.

 

Piazza Eroi di Podrute

Sindaco di Casarsa Angelo Tubaro
Marco si è fatto stimare sia nell’ambiente militare che nel tessuto civile dove era riuscito a ritagliarsi altri mille interessi. Il suo esempio rappresenta una guida ideale per molti giovani che ogni giorno, senza clamore, ma con grande abnegazione servono la Patria per un futuro di pace.


Gruppo oratoriale di Casarsa

Dal Gazzettino veneto, e da lettere ai famigliari.

Carlo Piasentin.
Marco si presentò ad una festa organizzata dall’Acg, nel novembre 1986, appena giunto a Casarsa. Ci raccontò delle sue esperienze piemontesi, chiedendoci di poter partecipare all’attività d’ animazione a Casarsa e a San Giovanni…
Possedeva una motocicletta di grossa cilindrata ed era un amante della velocità, un pilota con i fiocchi.
Marco aveva anche proposto il gemellaggio tra noi e l’oratorio di Sangano, suo paese d’origine in Piemonte; era aperto estroverso e sensibile. Lascia intorno a noi un vuoto terribile.

Michela Cesarin:
Marco aveva portato idee nuove utilizzando le sue esperienze torinesi con scout e salesiani. Era un ragazzo aperto ed espansivo, sapeva ascoltare i giovani e condividere fino in fondo le loro piccole e grandi esperienze, le loro gioie, i loro drammi personali, i loro problemi… gli piaceva in particolare organizzare recital.
Ricordo la rappresentazione natalizia di 4 anni fa, a San Giovanni, ebbe un gran successo proprio grazie al suo impegno. Era un messaggio natalizio in chiave moderna attualizzando la figura del Figlio di Dio.

 

Recita

Luigi Piccoli, coordinatore del gruppo
Marco ha passato con noi tanto del suo poco tempo libero. Nel luglio del 1987, all’una di notte, stavamo programmando a Tolmezzo le nostre attività estive, quando il teledrin che Marco si portava sempre dietro cominciò a suonare. Pochi minuti dopo ci salutò; doveva andare subito in Valtellina con il 5° Rigel per partecipare alle operazioni di soccorso dopo quella terribile alluvione.

 

Per Valtellina

Giuliana Colussi
Marco era sempre allegro ed espansivo, non si arrabbiava mai, i giovani che animava, tutti tra i 17 e 18 anni, gli volevano bene … credo lo considerassero un po’ come un fratello maggiore.

Massimo Strapaghetti
Marco condivideva con me la passione per la pesca e per le lunghe corse in moto.
Lo ricordo con un sorriso eternamente stampato in faccia, quello stesso sorriso che spingeva la gente a dargli confidenza. Ricordo la sua gioia in occasione di un moto raduno a Codroipo, a quel tempo non conosceva ancora bene il Friuli ed era sorpreso di non trovare la gente fredda e musona come gli era stata dipinta. Abbiamo anche condiviso la passione per il volley in una squadra amatoriale di Zoppola.
Che posso dire ... era unico.

Marco Crema
Marco non aveva paura e smitizzava tutti i luoghi comuni; voleva volare a tutti i costi, gli pesava moltissimo rimanere a terra.

Giorgino
Poco prima di partire per la Croazia ci ha lasciato un messaggio che non potremo mai dimenticare.”Non dovete aver paura per me, la nostra è una missione di pace”.

Orietta
Io volevo bene a Marco e stato perciò molto difficile accettare la sua perdita. Credo che Marco abbia accettato questa volontà serenamente e forse vorrebbe che anch’io come lui e tutti gli altri amici, comprenda che quello che è successo non è per volontà umana, ma per una forza maggiore in cui dobbiamo avere fiducia.

La Missione E.C.M.M.
Da “L’Aviazione dell’Esercito Italiano nella Missione Europea in Yugoslavia”.

Cenni sulla situazione Jugoslava a fine anni 80

Fin dagli anni 70, la Repubblica Yugoslava, con capitale Belgrado, si compone di sei repubbliche: Slovenia, Croazia, Bosnia, Serbia, Macedonia e Montenegro.
La Yugoslavia è in definitiva, un mosaico complesso.
Un vecchio detto del Maresciallo Tito esprime bene questo punto di vista.
Questa Nazione è diretta da

1 Capo, con
2 Alfabeti
3 Lingue
4 Religioni
5 Nazionalità che vivono in
6 Repubbliche, che confinano con
7 Stati. Un paese con
8 Minoranze nazionali.

Dopo la morte di Tito, il 4 maggio 1980, la conflittualità interna, che prima era in qualche modo repressa, scatena una serie di insurrezioni.

L’Europa che da tempo segue con attenzione il dramma dei Balcani, all’inizio dell’estate 1991 decide di dislocare in Yugoslavia, sotto l’egida della Comunità Economica Europea, dei propri rappresentanti, con il compito di monitorare il ritiro delle truppe federali dalla Slovenia e dalla Croazia, e di stabilire tutti i contatti atti a favorire iniziative di pace, affinché il dramma di questa nazione così vicina all’Italia e all’Europa non assuma proporzioni pericolose.
La Comunità Europea, il 15 luglio 1991, stabilisce l’invio in Croazia, di un contingente composto da militari con il compito di monitorare il rispetto degli accordi firmati il 7 luglio ’91 a Brioni.

Alla missione, denominata
“EUROPEAN COMUNITY MONITOR MISSION (E.C.M.M.)”.

Partecipano a rotazione i 12 Paesi membri della Comunità Europea.
Tutti i componenti la missione sono disarmati, in veste di Diplomatici e indossano una divisa bianca priva di gradi e contrassegni di nazionalità.

Marco era un idealista, un entusiasta della vita e del suo lavoro. La possibilità di partecipare alla missione E.C.M.M. sembrava proprio concretizzare il suo sogno

“ Volare …operando per la Pace”.

 

Campoformido - 1° ottobre 1991
Alcuni piloti e specialisti

Campoformido – 1° ottobre 1991
Alcuni piloti e specialisti
La componente elicotteristica italiana, composta da 7 piloti e 12 specialisti, prescelti dalle diverse basi, tra cui il Serg. Magg. Marco Matta dal 5° Rgt. RIGEL di Casarsa, vengono convocati a Pasian di Prato per un periodo di “amalgama”.

 

Decollo per Yugo

Il 1 ottobre 1991, il gruppo, con 2 elicotteri AB 206 e 1 elicottero AB 205. dipinti di bianco, con le insegne della ECMM, decolla dalla base di Udine-Campoformido, e dopo una breve sosta a Ronchi per il disbrigo delle pratiche doganali, raggiunge Zagabria.

Il team, di elicotteristi è così composto:

- Col. Enzo VENTURINI Comandante e pilota 205
- Magg. Ilio VENUTI Vice Comand. Pilota 205
- Cap. Dionigi LORIA Uff. Tecnico
- Cap. Domenico BARBAGALLO Pilota 206
- Ten. Renato BARBAFIERA Pilota 206
- M.llo Ord. Sandro TOMBOLESI Pilota 206
- Serg. Magg. Alessandro MUZII Pilota 206
- Serg. Magg. William PAOLUCCI Pilota 206
- Serg. Magg: Marco MATTA Pilota 205
- M.llo. Magg. Mario CARDASSI Tecnico mecc.
- M.llo. Ca. Silvio DI BERNARDO Tecnico mecc.
- M.llo Ca. Silvano NATALE Tecnico mecc.
- M.llo Ca. Nicola VILLANI Tecnico elettr.
- M.llo Ca. Fiorenzo RAMACCI Tecnico elettr.
- M.llo Magg. Rosario MARRA Tecnico elettr.
- Serg. Magg. Oreste DI GENNARO Tecnico elettr.
- Serg. Magg. Francesco OCCHIPINTI RBM
- M.llo Ca. Francesco RAUCCI Marconista
- M.llo Ca. Vincenzo SANTONASTASO Marconista

Già il giorno successivo iniziano le prime missioni in situazioni rischiose.
Il 4 ottobre viene comandata una missione di monitoraggio, in territorio Croato.
L’elicottero EC 291 (AB 205), con equipaggio Magg. VENUTI, Serg. Magg. MATTA, Mar. Ca. VILLANI e sette Monitors a bordo, sorvolando l’aeroporto di Rijeka (Fiume) per dirigersi all’atterraggio, viene intercettato dal fuoco di una contraerea. Fortunatamente solo due proiettili colpiscono l’elicottero, che riesce ad atterrare senza danno all’equipaggio.
In serata è giunta alla base la notizia che i Croati avevano “risparmiato” loro un SAM-7 (missile terra-aria) a cui era già stata tolta la sicura.

 

Elicottero colpito

Con questo battesimo di fuoco, la Missione rivela subito la sua pericolosità.
Nei giorni seguenti la situazione si rivela particolarmente pericolosa nell’area circostante Zagabria, per cui i velivoli vengono dislocati più a nord, nei pressi di Lubiana (Slovenia).

Marco alternava momenti di fiducia e di sfiducia nella missione.
Era consapevole della loro impotenza a fronte dei cruenti scontri, tra le varie fazioni, che giornalmente causavano vittime tra la popolazione.
Aveva detto ai genitori: “A volte sembra una guerra di cortile, dove i ruoli vengono facilmente invertiti, la nostra presenza serve purtroppo, solo a farli smettere un momento, mentre ogni notte si allunga il muretto di mattoni con i nomi dei dispersi, attorno al quartier generale dell’ONU; muretto con il quale viene contestato l’attendismo dell’intervento ONU”.

 

Il lavoro del “Italian Hely Team” procede alacremente e i piloti pianificano i primi voli verso Belgrado.
Il 26 ottobre viene effettuato il primo trasporto aereo di Monitors a Belgrado e il bianco AB 205, con equipaggio VENUTI, MATTA e DI GENNARO, è il primo elicottero della missione, ad atterrare a Belgrado; in serata rientra senza problemi a Lubiana.

 

Raposvar - sosta durante un riento

Il giorno dopo è ancora l’AB 205, con equipaggio, VENTURINI, MATTA e RAMACCI, a volare a Sarajevo. Segue un periodo d’intensa attività senza gravi difficoltà.
Apparentemente migliorate le condizioni di sicurezza, viene deciso spostare nuovamente l’Hely-team su Zagabria, per primi giorni di gennaio 1992.

 

Marco e Francesco

Il 2 gennaio 1992, dall’aeroporto di Lubiana l’AB205 decolla per Belgrado e Sarajevo, con equipaggio VENTURINI, MATTA e NATALE, con previsto rientro il 4 gennaio, a Zagabria

Un guasto meccanico mentre sono a Sarajevo, rende necessario l’invio di un AB 206 con a bordo il tecnico Ramacci e il materiale necessario alla riparazione (starter).
Il 6 gennaio entrambi gli elicotteri decollano alla volta di Belgrado.
Nello stesso giorno l’Hely-team completa il trasferimento a Zagabria.

 

Il 7 gennaio 1992 i piloti presentano all’ATC di Belgrado un piano di volo per il rientro a Zagabria, transitando per Kaposvar, (Ungheria).

I sorvoli dell’Ungheria, durante voli di trasferimento, sono stati regolarmente concessi per evitare di sorvolare senza motivo, le zone pericolose.
Il decollo da Belgrado, avviene alle ore 10, con condizione meteo stupende su tutta la rotta. Alle ore 12.10 la coppia d’elicotteri atterra senza problemi all’aeroporto ungherese, dove viene accolta con la squisita e consueta cordialità. Gli equipaggi rimangono al suolo fino alle 13.25, poi ripartono con destinazione Zagabria per riunirsi alla Sezione elicotteri, che in quei giorni si era trasferita da Lubiana.
Gli elicotteri procedono in formazione; l’AB 205 più avanti, seguito dal l’AB 206.

 

7 gennaio 1992 l'elicottero sta ritornando da Belgrado

L’elicottero AB 205 non arriverà mai.

Il suo volo viene interrotto da un Mig 21 dell’Aviazione Federale Yugoslava, decollato da Bihac (Bosnia), con l’ordine di abbattere i due inermi elicotteri bianchi che, in volo nel terso e azzurro cielo croato, sono ormai a pochi minuti di volo da Zagabria.
Un missile aria-aria, a guida laser, capace di puntare su fonti di calore, sparato dal Mig 21, colpisce direttamente l’AB 205.

 

7 gennaio 1992 L'EC 305 abbattuto

Nel cielo di Podrute (Croazia), alle ore 14.07 del 7 gennaio 1992, perdono la vita.

 

Il Ten. Col. Enzo Venturini —— il Serg. Magg. Marco Matta

 

Il Mar.Ca. Fiorenzo Ramacci —— il Mar. Ca. Silvano Natale

Un secondo missile viene sparato contro l’altro elicottero, che però, in funzione della repentina manovra di scampo, attuata dal pilota, riesce ad evitare di essere colpito e atterra poco distante.

Conseguenze dell’abbattimento dell’elicottero

L’abbattimento dell’elicottero, in territorio Croato, aveva lo scopo di creare un grave incidente diplomatico ai danni della Croazia, che era in attesa del consenso Europeo per l’indipendenza dalla Serbia.

L’equipaggio del secondo elicottero però, scampato all’abbattimento grazie alla perizia del pilota, ha potuto documentare che l’aereo aggressore apparteneva alla Repubblica Federale Serba, scagionando così la Croazia, e accelerando di fatto, il processo d’indipendenza.
Il 15 gennaio ’92, la Croazia dichiara la sua indipendenza, riconosciuta dai Capi di Stato di 40 Paesi, tra cui il nostro Presidente Francesco Cossiga

Il sacrificio di questi Caduti è stato determinante per la causa Croata.

La libertà di un popolo, perciò anche la nostra, ha sempre richiesto il sacrificio di vite umane. La libertà ha un costo molto alto e va sempre preservata.

Il 11 giugno ’93, in una solenne cerimonia a Viterbo, il Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro conferisce, la

MEDAGLIA D’ORO AL VALOR MILITARE
alla memoria ai Caduti di Podrute.

Motivazione per la M.O.V.M.
Al Serg. Magg. MARCO MATTA,
nato il 7 gennaio 1964 ad Avigliana. (to).

“Sottufficiale pilota osservatore dell’aviazione dell’esercito, membro della missione osservatori per il controllo del “cessate il fuoco”, condotta sotto l’egida del comitato per la sicurezza e la cooperazione in Europa, nei territori della ex-Jugoslavia, si distingueva per coraggio, elevata professionalità e insigni virtù militari eseguendo numerose missioni di volo in situazioni di elevato rischio. Pur nella consapevolezza dell’alto e costante pericolo derivante dalla possibilità di attacchi incontrollati da parte di fazioni in lotta nei territori sorvolati, persisteva nell’assolvimento del compito affidatogli. Durante una regolare missione di osservazione lungo una rotta preventivamente pianificata e concordata, perdeva la vita in un vile agguato a seguito dell’abbattimento dell’elicottero AB/205, del quale era secondo pilota, proditoriamente colpito da un velivolo delle Forze Armate Jugoslave.
Mirabile esempio di dedizione al servizio portato fino all’estremo sacrificio”

Madzarevo (Croazia), 7 gennaio 1992.

Fiumi d’inchiostro sono stati scritti e tante parole sono state spese in quei terribili giorni senza ovviamente cambiare la triste realtà.
Alcune testimonianze dei sopravvissuti però, sembrano sintetizzare in modo impressionante come a volte il destino di una vita è condizionato da fattori apparentemente banali o premonitori.
Dal dialogo tra i componenti degli equipaggi, prima del tragico rientro da Belgrado: (da “Missione E.C.M.M.”di Ilio Venuti).
“Signor Kint, vuole salire sul 205 che è più grande e più comodo?”
“No grazie, sto bene anche qui”.
Di Bernardo a Ramacci, entrambi giunti a Sarajevo con il 206, per la riparazione del 205“Visto che sei meccanico del 206 vuoi che ci cambiamo posto io vado volentieri sul 205?” “Ma no, fa lo stesso”
Marco a Tombolesi, che è a Zagabria “Aspettami, questa sera facciamo festa, è il mio compleanno.
Al papà che si informava dove sarebbe stato il 7 gennaio (per fargli gli auguri di compleanno), Marco rispose “Stai tranquillo papà, mi farò sentire io”.

 

Anche se gli ultimi avvenimenti tendono a dividerci...
il nostro Amore ci fa sentire sempre più vicini
ti voglio bene Marco

Alcune frasi, scritte da Marco sicuramente con spirito goliardico, esprimono il suo stile di vita e dopo la sua morte, per la famiglia, sono stati un valido aiuto nei periodi più difficili e continuano ad essere di stimolo per migliorarci nel suo ricordo.
Nella sua ultima lettera alla famiglia, per gli auguri di fine anno 1991, scrive:
“Anche se gli ultimi avvenimenti tendono a dividerci, un po’ qua un po’ la per il mondo, il nostro Amore ci fa sentire sempre più vicini.
Auguro alla mia cara famiglia un felice Natale ed un sereno anno nuovo
Vi voglio bene, Marco”.

 

Entrando nel suo alloggio, abbiamo trovato scritto su una lavagnetta improvvisata:
“L’Amore è la forza che permette al mondo di vivere”.
“L’Armonia lo rende felice e sereno”.
“Senza l’Amore e l’Armonia e impossibile coesistere”.

Marco, prima di partire per la Jugoslavia, inviò una foto con una particolare dedica, ad un suo compagno di corso.

 

Dopo la sua morte, questa foto è stata inviata in copia ai genitori ed a molti amici.

Funerali

Dopo il funerale di Stato ad Udine, anche a Sangano si svolse il rito funebre con momenti molto toccanti.
Don Gianni, salesiano e promotore dell’Oratorio di Sangano, riprendendo la lettera di Marco, giunta alla famiglia pochi giorni prima:

… in questi momenti, Dio ci sembra lontano, assente, insensibile ….
Ecco che inconsapevole, ignaro, ma strumento della Provvidenza, è Marco stesso a darci la risposta … Gli avvenimenti tendono a dividerci, ma il nostro l’Amore (scritto con la a maiuscola) ci fa sentire sempre più vicini.
Grazie Marco, per questa tua risposta, sigillata anche dell’estrema donazione della vita, per la causa del bene preziosissimo e fragile della pace; è la tua ultima lezione, il tuo messaggio, il tuo testamento per i tuoi cari, per la comunità e specialmente per i giovani.
Dicendo così credo di interpretare i tuoi sentimenti più profondi, la tua passione giovane per gli ideali, per l’amore , la bellezza, la grandezza.
Impariamo ad osare, a puntare in alto, a rischiare per gli ideali, rifiutiamo l’egoismo, il qualunquismo, una vita ripiegata fragilmente su se stessa, senza senso e senza forza.

La mamma:
Prego perché Dio cambi il cuore di chi ha ucciso nostro Marco e ne faccia un costruttore di pace.

Il fratello
A volte ci sentiamo spenti annientati, sfiduciati; incapaci di reagire, inutili.
Mio fratello non era mai così. Signore aiutaci ad essere come lui.

Molti sono stati i ricordi che il tragico evento della morte di Marco, ha risvegliato tra i suoi ex-compagni di Oratorio.

Da un libretto edito dall’Oratorio di Sangano.

Don Gianni Mazzali.
Marco era un ragazzo veramente capace “di trascendere e di trascendersi”, sentiva il mistero delle cose e la profondità della loro esistenza, ma trasformava il mistero in qualcosa di esistenziale, di cui lui faceva parte integrante e non si accontentava di vivere superficialmente; aveva compreso di avere un compito nella società, sentiva la chiamata interiore a migliorare il mondo, a essere portatore di pace e di armonia; aveva profondo rispetto per gli altri, nel senso etimologico della parola “avere occhio e cuore per osservare ciò che accade intorno a noi”.

Liliana, Animatrice
Una domenica mattina, dell’inverno 87/88 dopo la Messa incontro Marco sul sagrato della Chiesa, era con amici da Casarsa, si avvicina sorridente e gentile come sempre per salutarmi: “Ciao Lili, … proprio te volevo, sto cercando di fare un pò di “gruppo” con i ragazzi di Casarsa, avrei bisogno di materiale, diapositive, testi per i recital,sussidi, …”.Siamo entrati in Oratorio e Marco ha raccolto un pò di materiale che poteva andar bene per i suoi ragazzi.
Salutandomi disse :” … grazie, spero di riuscire a mettere su qualcosa, qui un po ho imparato, … e io ci provo”.

Paola Baldi
Il gruppo giovani dell’oratorio era ai primi passi, non era facile riuscire a rendere partecipati i momenti di riflessione e di discussione su argomenti impegnativi. Ricordo Marco come uno dei pochi che si “buttava”, rompeva il ghiaccio, magari con una battuta scherzosa riuscendo a coinvolgere anche gli altri. Ed era così anche quando si trattava di fare qualcosa di divertente, quando il gruppo non sa decidere perchè forse ci sono troppe opportunità e manca qualcuno che dica: ma si dai andiamo è bello vedrai … Marco lo ricordo così: deciso, sempre disponibile, simpatico e allegro.

Laura Chiesa
Marco ha lasciato una traccia profonda nel cuore di tutti anche di coloro che non hanno avuto modo di conoscerlo a fondo. Sempre abbiamo visto in lui l’immagine di un ragazzo fuori dal comune, …i suoi ideali e la sua bontà li avremo sempre nei nostri cuori. Sarei molto fiera se mio figlio crescesse come Marco.

Angelo Pupulin
Ricordo una vacanza con il gruppo parrocchiale a Paluettaz in val d’Ayas. C’era molta neve, un paesaggio incantevole, tra noi si era formato subito un bellissimo rapporto e tanta voglia di divertirsi. La sera scendemmo in paese per bere qualcosa. Marco vedendo che il locale era un pò ” spento”, mi fece la proposta di scaldare un po’ l’ambiente con qualche scenetta del repertorio di Beppe Panattaro, presentato per gli spettacoli dell’oratorio, nel piccolo teatro sotto le scuole. Detto fatto, preparammo la scena con due tavoli e quattro sedie del locale e insieme agli altri del gruppo ci esibimmo presentando al pubblico, che intanto si era avvicinato, alcune spassosissime scene che ci ricordavamo a memoria. Ci divertimmo e si divertirono cosi tanto anche il pubblico ed il proprietario del bar che oltre ad offrirci la grolla dell’amicizia, ci invitò a riproporci la sera successiva.

Pensieri e sensazioni

Una bellissima poesia, suggerita in sogno da Marco, è stata scritta da una carissima amica dell’Oratorio di Sangano. Monica.

Volerò come un angelo

“Come sono fatti gli angeli papà?”
“Sono bambini belli come te”
“E cosa fanno?”
“Portano i fiori a Gesù
e lo riempiono di baci come sai fare tu”
Quante volte ho cercato nel cielo gli angeli volare,
li cercavo tra le stelle e nel mio cuore di bambino
facevo una promessa:
volerò anch’io come gli angeli.
Volerò sulle vette più alte e là coglierò la bellezza del silenzio.
Volerò sul mare e là coglierò il sapore dell’immenso.
Volerò sul deserto e là coglierò l’ebbrezza dello spazio.
Volerò anche sul cuore degli uomini
e ne coglierò la bontà e la generosità
e poi volerò da Te Signore
e le mie braccia saranno piene di fiori
e così voleremo insieme Signore, Tu ed io.
Voleremo accanto a chi si sente solo,
voleremo accanto a chi soffre,
voleremo accanto a chi non ti conosce,
voleremo da tutti i giovani che stanno crescendo
e lasceremo loro un fiore
e guardando su nel cielo sapranno
che il cuore degl’angeli è un cuore bello, grande,
é un cuore rimasto bambino che ama, ama sempre e tutti.

In diverse altre occasioni Monica sognò ancora Marco e sempre con sensazioni di presagio di situazioni particolari.

Marco continua a volare.

Molte cose si sono verificate che sembrano confermare il desiderio di continuare a volare di Marco, come traspare dalla poesia di Monica.

… Voleremo da tutti i giovani che stanno crescendo …


Oratorio di Sangano

Un ulivo, portato per il funerale, è stato piantato nell’orto dell’Oratorio, con una targa che riporta un bel pensiero di Don Angelo.

Nel decimo anniversario della morte, l’Oratorio ha intitolato a Marco il nuovo Campo sportivo con una Stele che lo ricorda ed una fontana, sormontata dalla statua della Madonna.

 

 

 

Fontana, sormontata dalla statua della Madonna

 

Dalla testimonianza di un’amica di Marco, portata nella scuola “Albert Einstein”di Sangano, in occasione di un ricerca sulla Resistenza “ Libertà ieri come oggi”.

Conobbi Marco in oratorio, quando avevo 12 anni.
Da “animati” diventammo “animatori” e ricordo quello, come il periodo più bello della mia adolescenza. Durante la settimana si preparavano i giochi e gli intrattenimenti per i bambini che frequentavano l’oratorio il sabato pomeriggio.
Marco era sempre un pozzo d’idee, instancabile, allegro; si lasciava facilmente coinvolgere in tante iniziative.
Crescendo la nostra amicizia si consolidò, maturò ed apprezzai in lui la sua attenzione per le persone sofferenti.
Un giorno mi disse: ”Vieni con me” e mi portò a conoscere una sua amica con seri problemi di salute. Tornammo spesso a trascorrere piacevoli pomeriggi insieme a quella ragazza.
Nello stesso tempo, Marco era un ragazzo come tanti di noi, cioè “normale”, l’amico che tutti vorrebbero avere.
Concludo con un augurio per i ragazzi: trovare gli amici giusti alla vostra età è particolarmente importante perché si cresce con loro e i ricordi dell’Amicizia vi accompagneranno per tutta la vita e, più sereni saranno, meglio crescerete.

Laura Gambaudo

Elicotteri alla scuola elementare di Sangano

Un’alunna di 1° B, ricorda così quel giorno.

Ricordo benissimo quando alla Polveriera atterrò quel elicottero in onore di Marco Matta.
Era il 19 aprile 2006; da una settimana, giornalmente provavamo l’Inno Nazionale d’Italia, ideato da Mameli.

 

… Appendemmo alle ringhiere, che davano sul prato davanti all’edificio dei grandi cartelloni di benvenuto per i militari dello stesso Squadrone di Marco.
… Quando suonò la campanella dell’intervallo ci precipitammo alle ringhiere ad aspettare l’elicottero; era solo più questione di tempo.
Improvvisamente un rumore assordante, seguito da un fortissimo vento che ci scompigliò i capelli.

 

Non ci potevamo credere: l’elicottero era arrivato!

Dal velivolo scesero quattro militari che vennero subito accolti dal Sindaco, Agnese Ugues e dal Dirigente scolastico, dott. D’Anna
Poi tocco a noi: eravamo in piedi sulla ringhiera con il cuore che ci batteva forte più che mai, la voce ci tremava e quasi non ricordavamo più le parole dell’Inno, ma quando ci diedero il “Via” iniziammo a cantare senza mai sbagliare, ne una parola, ne il ritmo.
Eravamo stupefatti per ciò che avevamo fatto.
Quando finimmo di cantare, i Militari, il Sindaco il Dirigente scolastico e le Maestre ci applaudirono insieme ad un strano signore con una telecamera in mano.
Solo dopo ci dissero che era un regista che stava iniziando le riprese per la realizzazione di un film per ricordare il sacrificio di Marco e dei suoi compagni e che noi ne avremmo fatto parte
Non ci potevamo credere!!! Ci sembrava di sognare!!!.
Ma il bello doveva ancora venire! Gli insegnanti ci accompagnarono vicino all’elicottero e i militari, con prudenza ci fecero salire per vedere la strumentazione di bordo.
Quando partirono per Casarsa, Le pale dell’elicottero cominciarono a roteare, prima lente poi sempre più veloci finche si alzò in volo creando un vento fortissimo che ci scompigliò di nuovo i capelli
Insomma una giornata così non la dimenticherò mai.
“Sono orgogliosa che Marco Matta sia stato un nostro concittadino e ricorderò sempre questo fatto come se fosse solamente capitato ieri”.

Africa

…Voleremo a fianco di chi non ti conosce…

 

Nei giorni che seguirono al funerale nacque spontanea una sottoscrizione da parte di scuole, associazioni, oratorio e singoli cittadini che si concretizzò in una ragguardevole cifra che fu destinata alle missioni.

 

Maturò così l’iniziativa di portare direttamente la somma ricevuta, e collaborare personalmente alla realizzazione di un punto di medicazione o infermeria in una missione, in foresta e dedicarla a Marco.

 

 

Su indicazione e con la guida di Don Gianni, i genitori di Marco e Lilliana, si recarono a spese proprie, nella Missione di Ebolowa, villaggio in foresta a circa 200 Km. da Yauondè capitale del Cameroun.

 

Superati i primi disagi dovuti al clima e alle ingiustificate paure per le zanzare per il tipo di alimentazione ecc … questa esperienza si rivelò estremamente coinvolgente.

 

Si cuce anche in Africa

Un mese, passato tra esperienze di vita, in contatto con realtà umane che vanno vissute per essere almeno in parte, credute; intervallate da vari lavori manuali di cucito e piccole manutenzioni su fotocopiatrici, macchine da cucire, costruzione di un pollaio e quant’altro.

Visita al lebbrosario
…voleremo a fianco di chi soffre…

Il rammarico per non essere riusciti a realizzare l’obiettivo sanitario è stato compensato dall’aver contribuito con offerte a varie iniziative: scuola, oratorio per i ragazzi, piccola cappella, e visite al lebbrosario, e alle prigioni.

Croazia
…voleremo accanto a chi si sente solo …

Negl’anni 1995-1997, in val di Susa e val Sangone, sotto l’egida della “Caritas” si organizzarono raccolte di viveri e generi di prima necessità che gruppi di Volontari, coordinati dal Parroco di Sant’Ambrogio, con mezzi propri trasportava in Croazia.

 

Furgone della Caritas

Una Suora italiana particolarmente energica, che operava nelle zone devastate dalla guerra in Croazia e in Craina, di volta in volta segnalava i casi particolarmente gravi, indicandone le necessità.

 

Caritas Sangano

Questi viaggi si effettuavano nei fine settimana, da venerdì notte a domenica sera, superando non poche difficoltà, dovute al passaggio delle frontiere, alle percorribilità delle strade nonché alla resistenza fisica dei partecipanti.
In alcuni di questi viaggi parteciparono anche i famigliari di Marco e persone di Sangano.

 

 

 

Podrute

Il 7 maggio 1992, su iniziativa della Comunità Europea (E.C.M.M.) e dell’Aviazione Esercito (5° Rgt. RIGEL di Casarsa), fu organizzato un viaggio in Croazia (Podrute), per permettere ai famigliari e colleghi dei Caduti di incontrarsi per una preghiera comune, sul luogo dell’impatto dell’elicottero.

I colleghi dell’ECMM, in concerto con la popolazione locale, avevano infisso nel terreno un crocefisso con le fotografie dei Caduti.

Le difficoltà del viaggio, la S. Messa sul luogo dove cadde l’elicottero, i vari incontri con colleghi, autorità, e popolazione, furono ovviamente un concentrato di forti e contrastanti emozioni, ma questo viaggio fu anche il primo di una lunga serie con cui ogni anno, al 7 gennaio, si commemora l’anniversario in quel luogo.

Anno 1994 – La commemorazione sul luogo
dell’abbattimento e S. Messa a Madzavero

In queste occasioni, attraverso piccoli gesti e atteggiamenti, si ha l’impressione di ricevere, e forse di trasmettere, alla popolazione locale, che ha vissuto i tragici eventi, sensazioni che la difficoltà di linguaggio impedisce di esprimere.

Fin dal 1° anno, nonostante il conflitto ancora in atto, su iniziativa di un giovane frate francescano, Padre Zdrauko Tuba, la popolazione locale, iniziò, sul luogo dell’abbattimento, la costruzione di un cippo, che poi risultò un vero e proprio Sacrario, nel cui interno fu posto il crocefisso con le foto, ma anche foto in ceramica e targhe in bronzo a ricordo dei singoli Caduti.

7 gennaio 1995 – proseguono i lavori

Il sacrario si trova sul fianco di una collina,nel luogo esatto dove caddero la maggior parte dei rottami dell’elicottero, ed è collegato al piccolo centro abitato da una strada sterrata che, in presenza di neve, è percorribile solo a piedi o con mezzi fuoristrada.

Interno del Sacrario
Enzo-Marco-Fiorenzo-Silvano-Jean Loup

Presso il sacrario, con un crescendo di presenze di autorità civili e militari, Croate, Italiane, Francesi, ogni anno si svolgono le celebrazioni anniversarie.
Fino all’anno 2000, la S. Messa di suffragio, si è celebrata nella Chiesa di un vicino villaggio, Mazdarevo, in quanto, Podrute è un piccolo sobborgo, senza la Chiesa.

7 gennaio 1996 – inaugurazione del Sacrario
Chiesa di Podrute

Ad inizio anno 1999, il sacerdote comunicò ai presenti l’intenzione di costruire una Chiesa, a ricordo dei loro e nostri Caduti, indicando un luogo dove c’erano delle macerie, in una zona raggiungibile da auto e pulman, in Podrute.

In questa costruenda chiesa, ancora priva di soffitto, l’anno dopo, si celebrò la Messa anniversaria di suffragio, e il 5 luglio 2000 venne consacrata dal Vescovo di Varazdin, alla presenza di Autorità Civili e Religiose e dei famigliari dei Caduti.

Chiesa in costruzione

La costruzione di questa Chiesa, dedicata alla “Regina della Pace (Kraljice Mira)”, edificata in poco più di un anno, testimonia il coinvolgimento della comunità, per la semplicità con cui è stata costruita.
L’illuminazione realizzata con una serie di lampade alogene, conferisce al soffitto, l’aspetto di un cielo stellato, cosi come le stazioni della “Via crucis”, con le sacre figure realizzate con foglie di pannocchia di granoturco, testimoniano la pazienza oltre l’abilità di chi le ha confezionate.

Chiesa nuova

Podrute - Chiesa nuova

In un cappella a lato del presbiterio, sono state posizionate delle fotografie del tragico evento con alcuni resti dell’elicottero, sovrastati dei ritratti dei Caduti, realizzati a matita da un valente ritrattista di Zagabria.

Ritratti dei caduti

Alla costruzione della Chiesa contribuirono anche i famigliari dei Caduti con una raccolta fondi in Val Sangone (Torino) e a Ravina (Trento), a cui aderirono, alcune Istituzioni, il 5° Rigel, e semplici cittadini, oltre ad una cooperativa edile di Verona che mise a disposizione parecchio materiale.

In questa Chiesa, nella ricorrenza anniversaria dell’anno 2005, con una suggestiva cerimonia, fu somministrato il Battesimo a Thomas, nipote del Comandante Col. Enzo Venturini, Caduto con l’abbattimento dell’elicottero.

Riconoscimenti vari

L’Archivio Disarmo è un’associazione costituita nel 1982 a Roma, è un’organismo non governativo riconosciuto dall’ONU e dal Ministero degli Affari Esteri italiano.
Ogni anno assegna un premio giornalistico “Colombe d’oro per la Pace” a chi veicola nel mondo messaggi di pace.
Il 30 giugno 1992, il premio è stato assegnato a tre giornalisti e alla memoria dei Caduti di Podrute.

 

Colomba d’oro per la Pace

Il SERMIG, è un’associazione fondata da Ernesto Olivero nel 1964, opera nel settore della solidarietà con i più poveri, con l’obiettivo di favorire il dialogo tra i popoli per il raggiungimento della pace.
Il Sermig, il 7 luglio 1994, con una solenne cerimonia, in Torino, alla presenza del Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, assegnò ai Caduti di Podrute il titolo di “Artigiani della Pace”.

SERMIG
Arsenale della Pace
Marco Matta
Artigiano della Pace

Nella ricorrenza del decimo anniversario, i famigliari dei Caduti sono stati ricevuti dal Governo Croato, a Zagabria dove con una solenne cerimonia è stata conferita, ai Caduti l’alta riconoscenza, postuma, del Trifoglio Croato al merito della Repubblica dal Presidente Croato Stjepan Mesic.
Per aver contribuito al riconoscimento della Repubblica Croata da parte dei Paesi membri della Comunità Europea.

 

Trifoglio Croato

Sangano

I Sindaci e le Amministrazioni Comunali di Sangano, succedutosi in questi venti anni, sono sempre stati molto sensibili alla memoria di Marco, ma una particolare menzione è dovuta alla sig.ra Agnese Ugues, Sindaco di Sangano negli anni 1999-2009, che, per la ricorrenza del decimo anniversario, ha fortemente voluto, la costruzione di una bellissima piazza intitolata a Marco Matta.

La piazza è stata inaugurata il 22 settembre 2002, con una cerimonia che ha visto la partecipazione del Prefetto di Torino e numerose Autorità Civili, della massima Autorità dell’Aviazione Esercito, Gen. Luigi Chiavarelli, la rappresentanza della Scuola d’Applicazione di Torino, le delegazioni del 5°Rgt. Aves RIGEL di Casarsa, del 7°Rgt. Aves VEGA di Rimini, , del 1°Rgt. Aves ANTARES di Viterbo e del 34° Gr. Sq. Aves TORO di Venaria, che con il picchetto armato ha reso gli onori a Marco, oltre le rappresentanze Combattentistiche d’Arma e delle Associazioni Sanganesi.

Molti sono stati i momenti significativi nel corso della cerimonia ma il più toccante è stato senza dubbio l’intervento del Cap. Renato Barbafiera, pilota del l’elicottero AB 206 scampato all’aggressione a Podrute, che ha testimoniato l’accaduto.

Altro momento di comprensibile emozione è stato quando il Comandante dell’AVES Gen. Luigi Chiavarelli, dopo aver letto la motivazione della medaglia d’oro, ha sottolineato con alcuni passaggi, il ruolo e i rischi oggi legati alla figura del militare impegnato nelle missioni di pace all’estero.

La piazza è completata da una significativa “Stele di Luce per la Pace”, con la quale si è voluto collegare al ricordo di Marco, tutti i militari attualmente ancora impegnati nel mondo, in missioni di Pace.

La Stele, costituita da due alte colonne in marmo , che racchiudono una composizione in vetro colorato prefigura: con i colori blu e verde, l’abbraccio di un uomo e di una donna, con il rosa, una mano tesa a donare e ricevere, una colomba in bianco, simbolo di pace, mentre alcune figure di diverso colore in campo giallo simboleggiano i continenti in un ambiente sereno.
Mentre si scopriva la Stele, i bambini della scuola di Sangano hanno liberato dei palloncini colorati con pensieri di pace, mentre con il sottofondo della canzone “Imagine” di John Lennon, un lettore spiegava il significato della canzone e un elicottero sorvolava la piazza a significare la compartecipazione di Marco alla cerimonia.

Cittadinanza onoraria al 5° RIGEL 22 settembre 2007

Nel periodo della 2° guerra mondiale il Comune di Sangano, per ordinanza Ministeriale, è stato accorpato al Comune di Bruino e solo nel 1957 Sangano ritornò ad essere Comune.

L’Amministrazione Comunale, nel 2007, nel celebrare il 50° anniversario della ritrovata autonomia, ha voluto anche ricordare Marco nel 15° anniversario del suo sacrificio, con la posa di una targa in vetro alla “Stele di luce per la Pace” e concedendo la “Cittadinanza Onoraria” al suo reggimento,”5° RIGEL” di Casarsa della Delizia.

Il palco con le autorità

 

 

5° Reggimento Aviazione Esercito “RIGEL”.

Il 5° RIGEL, come familiarmente viene chiamato, è stato e continua ad essere il primo riferimento e l’indispensabile appoggio che i familiari hanno avuto.
Il Reggimento è stato costituito il 1 gennaio 1976 sull’Aeroporto Francesco Baracca di Casarsa della Delizia
E’dotato prevalentemente con elicotteri di perlustrazione AB 206 e AB 109, e multiruolo AB 205

Marco era pilota di AB 205.

Ogni anno, il 5° Rigel organizza e gestisce il viaggio dei famigliari e amici dei Caduti, per la partecipazione alla cerimonia commemorativa del 7 gennaio a Podrute.

 

Bruno e Marco

Noi famigliari conoscevamo ovviamente diversi colleghi ed amici di Marco, primo su tutti, il collega di corso M.llo. Bruno Stocchi a cui ci legava e lega, una lunga storia di frequentazioni e la cui eccezionale sensibilità ci è stata di grande sostegno nei momenti difficili ed ora continua ad essere, per noi, la figura idealizzata di Marco.
Ma la caratteristica del 5° Rigel che da subito si è evidenziata e che nel tempo si è consolidata, è stata la sensazione di famigliarità, e di amicizia con cui, sia i vari Comandanti nel tempo succedutosi, che i Componenti il 5° Rigel, hanno saputo coinvolgerci e sostenere nei momenti difficili.

34° Gruppo Squadroni AVES “TORO” di Venaria

Ogni periodo di licenza di Marco, includeva sempre una visita all’aeroporto di Venaria, per incontrare alcuni colleghi di corso con i quali era solito fare gli viaggi a casa, nel periodo dei corsi a Viterbo e Frosinone.

Questo rapporto d’amicizia, dopo la sua morte, continuò con i famigliari.
I vari Comandanti succedutosi nel tempo hanno sempre coinvolto i genitori di Marco nelle varie cerimonie, favorendo un particolare legame che si rafforzo dopo il 1997, quando in un incidente analogo a quello di Podrute, perse la vita in Libano, il capitano Giuseppe Parisi, componente del 34° gruppo AVES “TORO”

Comando Regione militare nord

I rapporti tra noi famigliari e le Autorità militari di Torino furono inizialmente solo istituzionali in quanto per motivi amministrativi e d’amicizia, si privilegiava il 5° Rigel di Casarsa.
Nel 10° anniversario, alla cerimonia per l’inaugurazione della Piazza Marco Matta, magistralmente organizzata dal Sindaco Agnese Ugues, furono invitate le massime Autorità Militari AVES e Autorità Civili zonali.

Le frequentazioni che seguirono alla manifestazione favorirono i contatti con il Comando Militare Regione Nord ed in particolare con il Comandante Gen. Franco Cravarezza, che con la sua particolare sensibilità e autorevolezza, ci coinvolse in tutte le manifestazioni militari di Torino.

Altra persona speciale del Comando Regionale è per noi il Col. Francesco Guerriera, già conosciuto nel 1995, come Comandante del 34° gruppo TORO di Venaria.
Il Comando Regione Militare Nord e il 34° Gr. Squadroni TORO, da alcuni anni, al 4 novembre e al 4 maggio, (Festa dell’Esercito) inviano una delegazione per un omaggio floreale sulla tomba di Marco.

7° Reggimento Aviazione Esercito “VEGA”.

Questo reggimento è stato costituito in data 5 luglio 1996, sull’Aeroporto Francesco Baracca di Casarsa, con una solenne cerimonia e sorvolo delle Frecce Tricolore.

Per volere del Comandante, Gen. Enzo STEFANINI, alla mamma di Marco è stata concesso l’onore di essere la “Madrina della bandiera di guerra del 7° VEGA”.

Marco continua a volare

Nel 1998 il Reggimento si riposiziona sull’aeroporto V.Vassura di Rimini.

Il 7° VEGA è dotato di elicotteri di vario tipo ma principalmente con elicotteri da attacco A-129 "Mangusta" e i super potenti “ NH 90”.

Parecchi colleghi di allora di Marco sono ora piloti del 7° VEGA.
Primo tra tutti il Magg. Barbafiera Renato, allora pilota del secondo elicottero che, a Podrute, con una repentina manovra riuscì a sottrarsi all’attacco del Mig Serbo.

Anche il collega di corso, M.llo. Locci Marco, con cui Marco si presentò a Casarsa, con il botto per l’incidente stradale all’ingresso dell’aeroporto, è ora pilota sull’elicottero AB 129 Mangusta.

Associazione Nazionale Aviazione Esercito. “ANAE”.

Questa associazione d’Arma con sede a Viterbo e varie Sezioni sul territorio nazionale, è costituita da componenti e ex-componenti dell’Aviazione Esercito, entusiasti del loro vissuto.
Oltre i vari compiti associativi, presenzia e promuove le diverse manifestazioni celebrative, tra cui, in collaborazione con il 5° Rigel, l’organizzazione e la gestione della cerimonia commemorativa che ogni anno, al 7 gennaio, si svolge a Podrute in Croazia.

Il 30 settembre 2001 in Viterbo è stato inaugurato un bellissimo monumento ai Caduti dell’Aviazione Esercito, (AVES).

Il Presidente ANAE Gen. Emmidio Valente che lo ha fortemente voluto ha affidato alla mamma di Marco il ruolo di “Madrina del monumento”.

Marco continua a volare.

Il cerchio non è rotondo
Il tempo non muore

 

BIBLIOGRAFIA

Aviazione Esercito nella missione E.C.M.M - (Ilio Venuti)
Jugoslavia 1992 – ( Mondo che cambia Franco Fatutta)
Jugoslavia, Nuovo Medioevo – (Gigi Riva – Marco Ventura).
Conoscere per non dimenticare – (Istituto comprensivo di Trana)
A Marco Matta – (Oratorio di Sangano)
Concorso di Storia contemporanea – (Istituto tecnico Blaise Pascal di Giaveno)
Sarajevo, Italia – (Stato Maggiore Esercito):
Giornali
Famigliari

 

A cura di Mario Matta

Nei giorni terribili che seguirono alla morte del figlio, il papà quasi volendo continuare il contatto telefonico con il quale era solito comunicare con Marco, tentò di esternare a mo di preghiera le sensazioni che provava nello strazio di quei giorni.

Spetand na telefonà ëd MARCO.

“Ciào papà, i son MARCO!…”
“Ciào girolon, andoa it ses?…”
Oh MARCO!…adess të scrivo,
perché sta telefunà … an manca.
Al set ëd genè dë st’ann,
dì dël tò compleann,
là ‘n Jugoslavia,
pilotand ël tò elicòter bianch
con ENZO, FIORENZO
JEAN LOUP e SILVAN,
it j’ere seren e ansios
ëd festegè ij tò ani.
Ma la bestialità uman-a
a l’era a l’avàit.
Na luse e ‘n colp tremend
a l’han compì ’l malfàit.
NOSGNOR però, chinand-se,
a l’ha cujive al vòl
e ti e ij tò compagn
seve restà lassù, lassù con CHIEL.
Mi i sai che it ses content,
it sento antorn a mì,
‘t im giute tante vòlte
e a vòlte t’im fas… danè
ma sento an cheur na pen-a
ch’aumenta … ansì ‘d passè.
Sarija bel … na neuit
sensa desvijè gnun
sentime dì ‘n seugn:
“Ciào papà, son MARCO!…”
e mi podéite di:
“Ciào girolon, adess
i sai andoa ‘t ses …
Spetme! ”

papà.
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Maria Teresa Pasquero Andruetto