E' detta Linea Bardassano.
Bardassano è un piccolo paese, posto su una collina a circa 10 chilometri da Chieri. Vi è un Castello feudale e medioevale, costruito alla cima della collina. Il primo castello era piuttosto un posto fortificato e avanzato dell'antica Repubblica di Chieri contro i Marchesi del Monferrato. Vi alloggiò l'Imperatore Federico Barbarossa.
Il Castello dopo esser stato dei Signori di Tondonito, poi del Comune di Chieri, fu successivamente dei Signori di Castiglione (1351), dei Provana (1357), dei Balbo Bertone (1393). Poi infeudato ai Signori di Sumont (o Submont) con investitura del 6-1-1489. Poi per eredità de Pesmes e Montmayeur passò ai Piossasco Folgore Conti di Scalenghe.
«Ciò spiega la presenza di molte carte dei Signori
di Piossasco nell'archivio del Castello di Bardassano» (Carte di Piossasco
dell'archivio del Castello di Bardassano di Francesco Guasco).
E ciò spiega anche, perchè nella sala degli stemmi dell'attuale
Castello (si tratta degli stemmi di tutte le famiglie nobili che lo abitarono)
vi si trovi lo stemma dei Nove Merli.
Appena entrati nel Castello, appare il classico chiostro con il pozzo nel centro. Il chiostro è molto piccolo; tre pilastri si elevano sul parapetto del pozzo : sorreggono un cupolino rotondo, il quale regge una banderuola di metallo ; su questa sta lo stemma dei Nove Merli.
Il Castello passò poi, come diremo fra poco, dai Piossasco Scalenghe ai Conti Panissera di Veglio, e da questi ai Giriodi Panissera Conti di Monastero, Signori di Bardassano e Tondonito, che ne sono attualmente i proprietari.
Il Castello fu rifatto e ampliato attorno al 1600; la fortezza, quale esso era, fu restaurata e ingentilita col volger del tempo, di modo che presenta ampi saloni, ricchi e fastosi.
La Linea Bardassano (o 9° Linea di Scalenghe) comincia
con
OTTONE figlio di Giacomo figlio di Antonio della 5a Linea
Scalenghe (1427). Gli succede il figlio
GIACOMO (1466), padre di 10 figli. Il primogenito fu Pievano
di Scalenghe: aveva nome Chiaffredo. Il 7° figlio, Marco (1503), fu Canonico
della Cattedrale di Torino. Il 9° figlio, Lodovico, fu Cavaliere Gerosolimitano,
ammiraglio e Gran Priore di Lombardia (1507). L'8° figlio, Vincenzo, fu
padre di Giacomo, il quale fu Governatore di Asti, fu Colonnello e Consigliere
dell'Imperatore Carlo V. Aveva sposato Anna del Marchese Lodovico Saluzzo
e in seconde nozze sposò Agnesina Solaro di Moretta vedova Birago.
Questa seconda moglie aveva una figlia : Isabella Birago. Il patrigno Giacomo
concepì il disegno di darle in sposo Carlo, il figlio che aveva avuto
dalla prima moglie. Ma Isabella provava simpatia e passione per Marcantonio
di Urbano Piossasco, di questa Linea, cugino di Carlo. Il Colonnello Giacomo
era uomo violento, e con la forza riuscì a strappare alla moglie, allora
inferma a Piossasco, una lauta donazione a favore del figliastro Carlo, giustificando
la cosa col desiderio che Carlo sposasse la figlia Isabella. La quale per
inganno era tenuta lontana e all'oscuro di ogni cosa. Viene a morire la madre,
ma Isabella persiste nel rifiuto di sposare Carlo, e sposò Marcantonio;
rivendicò le sue sostanze con successo (1550). Lodovico, secondo figlio
di Giacomo († 1590), fu Gentiluomo di Camera. Folgore, terzo figlio,
fu Mastro di campo della Cavalleria. Anna, Margherita, Carmela, tre figlie,
rafforzarono la loro parentela con Casa Piossasco, sposando rispettivamente:
un Piossasco De' Rossi di None; un Piossasco De' Federici; un Piossasco De'
Folgore (Marco Andrea). A Giacomo succede il secondogenito
URBANO († 1523) circa). Fu Dottore in Leggi.
Gli succede il primogenito
MARCANTONIO († 1561), che sposò la
suddetta Isabella Birago. Gli succede il primogenito
OTTAVIO suo figlio Attilio fu religioso, forse Cappuccino.
Il più noto è il figlio Urbano che fu Gentiluomo di Camera,
Consigliere di Stato, Commissario della Cavalleria, e poi Governatore di Pinerolo,
che nel 1630 avrebbe vilmente ceduto alle forze francesi. Quindi avvilito
si ritirò a finire la sua vita in Francia. Urbano ebbe sette figli
fra i quali Ottavio che fu Colonnello degli Archibugieri; sposò una
sua parente, Laura Piossasco Folgore. Clemenza che sposò Orazio Piossasco
De' Feis. Ad Ottavio succede il primogenito
MARCO ANDREA che si sposò ben cinque volte: 1) con
Laura Barata di Bestagno; 2) con Cornelia Piossasco Folgore; 3) con Caterina
del Senatore Manfredo Goceano; 4) con Lucrezia Falletto di Villafalletto ;
5) con Giovanna Montmayeur, vedova Faussone di Villanova. Portò in
dote il Castello di Bardassano di cui aveva ricevuto l’investitura nel
1645. La primogenita Isabella (1617) si fa monaca di S. Chiara a Chieri. Il
secondogenito Filiberto (1675) fu Gran Mastro di Artiglieria; illustrò
la sua famiglia per essere stato, grazie alle sue benemerenze presso Casa
Savoia, insignito del titolo di Cav. dell'Ordine Supremo della SS. Annunziata
(1678). Succede il terzogenito
GIAMBATTISTA (1635- 1706), nato e morto a Torino.
Fu Gentiluomo di Camera, fu Colonnello, fu Governatore di Cherasco. Ricevette
l'investitura di Bardassano (9-9-1665). Consegna l'Arma (1687). Nel suo ultimo
testamento del 1706 c'è una cosa curiosa o strana ed è questa:
Vuole che il suo abiatico prima prenda la laurea di Dottore, e poi prenda
in moglie quella donna che egli nomina in una scheda consegnata al rev. Padre
Folcheri oppure quell'altra donna che il detto Religioso giudicherà
più conveniente. Fu padre di sei figli, di cui tre femmine, che si
fecero tutte Monache: Francesca Gabriella nel Convento di S. Maria Maddalena
in Mondovì. Le altre due, Teresa e Laura, nel Convento di S. Chiara
in Cherasco. Gli succede, il primogenito
FRANCESCO ANDREA sua figlia Cristina Francesca si
fa Monaca nel Convento di S. Andrea in Chieri, col nome di Suor Cristina Crocifissa.
Gli succede il primogenito
GIAMBATTISTA ROMANO (1710). Fu dei Primi Scudieri
di Madama Reale. Rimasto vedovo, si fece Sacerdote. Aveva sposato a Torino
nel 1706 Paola Maria Gianieri della Roche, dalla quale ebbe ben dodici figli.
Di essi uno si fece Sacerdote; due figlie si fecero Monache, una nel Convento
della Visitazione in Torino e l'altra nel Convento di S. Chiara in Saluzzo.
Il figlio Maurizio fu Colonnello e Ciambellano in Baviera. Il figlio Gabriele
Gian Dionigi fu Colonnello di Cavalleria. Gli succede
GIUSEPPE DOMENICO CARLO ANGELO (1709-1784). Fu dei
Primi Scudieri della Duchessa di Savoia; fu Gentiluomo di Camera del Duca
di Chablais. Sposò a Torino nel 1732 Maria Angelica Polissena, del
Conte Orazio Piossasco De' Feis, Conte di Piobesi, dalla quale ebbe 15 figli
(due parti furono gemellari). La figlia Giovanna Paolina sposava il Conte
Carlo Francesco De' Feis. La figlia Rosa Matilde Maddalena sposò il
15-6-1819 il Marchese Vittorio Amedeo Sayssel de Aix che era Cav. del Supremo
Ordine della SS. Annunziata. Il figlio Gaetano Vincenzo Andrea Giacinto (1749-1782)
fu prima chierico e poi Cavaliere di Malta. Fu pure Cavaliere dell'Ordine
di Malta l'altro figlio Giambattista Maurizio. L'ultima figlia Maria Teresa
Costanza sposava il Conte Carlo Saluzzo di Panissera. E così aumentavano
i legami di parentela fra i Piossasco e i Panissera. Gli succede il 7°
figlio
CARLO ANTONIO PAOLINO (1745- 1819). Fu Dottore in
Legge; Alfiere del Reggimento Piemonte Reale; fu dei Secondi Scudieri del
Duca Chablais; Riformatore dell'Università; Decurione di Torino; Direttore
Generale della Congregazione di Carità; Presidente alla Direzione dei
Teatri; Presidente della Società agraria. Fu uno degli ostaggi deportati
in Francia al tempo della Rivoluzione francese (1799). Grande di Corona Segretario
del Supremo Ordine della SS. Annunziata (1815). Qui termina la Linea Piossasco
Scalenghe di Bardassano, perchè il figlio Carlo Vittorio morì
celibe a 19 anni, consunto da stravizi, il 9-2-1820. E la figlia Anna Giuseppina
Gabriella Elisa andò sposa il 4-4-1820 al Conte Francesco Panissera
di Veglio. E quindi il Castello di Bardassano passò ai Panissera. Essa
è sepolta nella Cappella del Castello, e una lapide dice:
Giuseppina Contessa
Panissera di Veglio
nata Piossasco Contessa di Bardassano
pia e misericordiosa
morì il 17 agosto 1855
Dal libro:
Storia civile e religiosa di Piossasco
Giuseppe Fornelli
Alzani, 1965.