Le compagnie religiose

Presso la chiesa erano erette le Compagnie o Confraternite. Quelle esistenti in Sangano, del Rosario e del SS. Sacramento, avevano finalità prevalentemente devozionali. La prima (alla quale apparteneva "l'altare ordinato in modo indecoroso dell'antica chiesa abbaziale dedicato alla Vergine", come è scritto nella relazione della visita pastorale del 1584), era ovunque assai diffusa. Era sorta per diffondere la pratica del rosario, nel Medioevo propagandata da San Bernardo e, nel 1569, raccomandata da una bolla del papa San Pio V e dall'istituzione, nel 1573, della festa della Madonna del Rosario.
Nelle parrocchie di Giaveno, Coazze e Valgioie, dipendenti dalla Sacra di San Michele, era stata voluta e introdotta dal cardinale Maurizio di Savoia.
Quella del SS. Sacramento, presente in Piemonte fin dal 1520, era stata istituita per diffondere la pratica delle Quarantore e dell'esposizione del SS. Sacramento. Non c'era ancora in Sangano quando avvennero le visite dei monsignori Peruzzi e Broglia (1584 e 1595), tanto che entrambi intimarono a don Oddono di istituirle. Nel 1673, col prevosto don Vachio, contava 70 confratelli.
Il prevosto don Gho in una lettera del 30 novembre 1901 alla Prefettura di Torino che lo sollecitava a presentare registri, regolamenti, tavole di fondazione e prospetti della situazione finanziaria delle due Compagnie, scriveva che "le stesse esistono ormai da due secoli", sbagliando vistosamente riguardo a quella del Rosario, attiva a Sangano già nel 1584.
Informava sul fine di dette Congregazioni: "ora [1901] ridotto all'onore che i membri portano a Gesù Sacramentato e a Maria SS. col comperare ciascuno una candela, portarla in tutte le processioni e del residuo farne dono alla chiesa". Affermava che non avevano statuti, non se ne trovavano gli atti di fondazione, se non un decreto della santa sede del 20 maggio 1720 che stabiliva la Pia Associazione per la recita del rosario; non avevano risorse finanziarie fino al 1812. In quell'anno il prevosto don Conte acquistò una pezza di campo e ne amministrò il reddito per la celebrazione delle Quarantore, che fu dallo stesso prevosto trasferito in una cartella di lire 110 acquistata da don Conte e dal suo successore don Magnetti, convertito in un certificato per il reddito pubblico. Tuttavia, per gli adempimenti di ordine finanziario delle Compagnie, il prevosto attingeva da fondi del beneficio parrocchiale costituiti dal ricavato della vendita dei prodotti di due pezze di campo, o investito in titoli oppure tenuto in denaro contante.
La parrocchia infatti li considerava "legati": uno intestato alla Compagnia del SS. Sacramento (la cartella del valore di 110 lire poi convertita in certificati per il debito pubblico), l'altro intestato alla Compagnia del Rosario, consistente in una pezza di terreno affittata a 18 lire.
Nel 1615 don Oddone, gravemente infermo, fece testamento nella Casa di S. Spirito "oue fa residenza", come si legge nel testamento. Designava suo erede universale un nipote, al quale lasciava metà della casa che aveva di Feletto Canavese; ai figli maschi e femmine di un altro nipote l'altra metà della medesima; a Caterina Marone figliolla del fu Giacomo Marone rillasata [vedova] del fu Antonio Cordero di Sangano, 200 fiorini, suo patrimonio e un matarazzo con un botallo cerchiato di bosco di capacità di starra quattordici insieme una pagliaza da letto... per suoi boni meriti usatti verso la persona di lui Sig. testatore tanto nelle soe maladie infermità che altri urgenti bisogni di casa soa. Disponeva di essere sepolto nella chiesa parrocchiale... "oue si sepeliscono li rev sacerdotti, con celebratione di tutte soe messe, luminarie et altri diuini officii secondo soa qualità et facultà di tutti soi beni". Chiedeva che al suo funerale vi fossero "sei torchie bianche da una livra l'una" et fatto soo funerale di quelle ne fossero date due alla Consortia [Compagnia S. Spirito]" e le altre alla chiesa parrocchiale. Voleva che a un anno dalla morte, si facesse "una ricordanza secondo si fano nel presente logo di Sangano con cellebrationi di messe da requiem et altri divini offici solliti".
La Congregazione dello Spirito Santo era l'associazione laicale di origine più antica. Sorse in Provenza sul finire del secolo XII - inizio secolo XIII. Nel secolo XIV era presente anche in località a noi vicine. Non è nominata nella relazione della visita di monsignor Peruzzi ed è citata per la prima volta nell'elenco dei creditori della comunità del 1609. Aveva come obiettivo l'assistenza materiale e spirituale ai poveri e disponeva di casa e terreni alla Ruata Superiore o del Sangone in Lilla.
Nel 1719, come vedremo, nacque la Congregazione di Carità, con le stesse funzioni.
Nei registri dei morti degli anni 1685, '86, '91, '92, '98 compilati da don Ludovico Artucchi, parroco dal 1682 al 1725, sono frequenti annotazioni come queste: "sepolto alla chiesa vecchia", "sepolto nella chiesa vecchia".
In quegli anni non esisteva ancora la parrocchiale attuale (iniziata nel 1706) e pertanto la dizione "chiesa vecchia" va riferita alla chiesa abbaziale abbandonata fin dal 1585.
Nel 1709, anno in cui fu benedetta la chiesa attuale, ancora negli elenchi dei morti, a gennaio e marzo compaiono le stesse annotazioni, "sepolto nella chiesa vecchia o sia nel cimitero", "sepolto nel cimitero - o sia chiesa vecchia".
Fuori dubbio dunque che si usava dire "chiesa vecchia" per indicare l'antica abbaziale sotto il titolo di Santa Maria dell'Assunzione. È noto che un tempo i cimiteri sorgevano accanto alle chiese parrocchiali, molto spesso senza recinzioni. La relazione di monsignor Peruzzi del 1584, sopra riferita, allude appunto a un cimitero non ben chiuso.
Era situato a mezzogiorno dell'antica abbaziale, sul lato del campanile romanico, e si estendeva nell'area ora occupata dalla casa parrocchiale; infatti, quando nel 1827 il prevosto don Deortis intraprese i lavori per sistemarla abbattendo il voltone del coro di quella che fu la chiesa dopo il 1585, sotto le fondamenta del coro "ritrovaronsi le ossa di intalcuni cadaveri i quali certamente erano non pochi secoli prima stati sepolti"
È certo anche, sulla base delle sopra citate frasi di don Artucchi, che nella chiesa vecchia alcune tumulazioni furono fatte e parimenti certo è che dopo l'anno 1706, iniziati i lavori della attuale chiesa, continuò a essere agibile l'antico cimitero.
Quella officiata dal 1585 al 1709 dove è ora la casa parrocchiale, portava il titolo di San Solutore e, al tempo in cui si succedettero come parroci don Giovanni Oddono, don Giorgio Colla, don Vacchio, don Francesco Gallo e don Lodovico Artucchi, era considerata la chiesa nuova.
Intanto, poco alla volta, l'antica abbazia veniva smantellata e abbattuta; le macerie all'inteno venivano sistemate per sostenere i muri pericolanti; nello spazio che era ormai ristretto, si continuava a scavare fosse per seppellire i morti e infatti, durante gli scavi del 1954-55, come si legge nella relazione tecnica scritta dall'ingegner Carlo Brayda, riemersero con frammenti di intonaco, laterizi di diverse epoche, stele e marmi "numerosi resti umani in sepolture secondarie" che naturalmente, poco per volta furono coperte.
Nel 1706, quattordicesimo anno di ministero pastorale a Sangano di don Lodovico Artucchi, si diede inizio alla costruzione della parrocchiale attuale

Dal libro:
Storia di Sangano e della sua gente
Giuseppe Massa - Maria Teresa Pasquero Andruetto
Lazzaretti Editore, 1996.

Le tradizioni religiose a Sangano

Nell'estate del 2007 al telegiornale venne data la notizia che un parroco di un paese della pianura padana aveva organizzato delle processioni per implorare la pioggia in quanto la grande siccità rovinava i raccolti
La notizia mi ha fatto sorridere, perché implorare l’intervento divino e la pioggia per i raccolti non era certo una novità a Sangano, alcuni decenni fa si facevano le “rogazioni", la cui origine è antica. Pare che in Gallia la cerimonia delle Rogazioni fosse istituita nel V secolo con lo scopo di ottenere la fine delle calamità che minacciavano le regioni. Divennero poi una supplica per ottenere la benedizione di Dio sulle coltivazioni, sui lavori della vita quotidiana, sulla vita materiale e spirituale.
Le notizie che riporto mi sono state fomite da una persona a me molto cara, ormai scomparsa: nonna Teresina Maino (1915-2001). Ricordo la sua disponibilità a lasciarsi intervistare dagli alunni della scuola elementare, il suo aspetto buono è gentile. Nonna Teresina ci aveva raccontato che alcuni decenni fa, tre giorni prima delle festività dell'Ascensione, si celebravano le “Rogazioni''. Sangano allora era un paese esclusivamente agricolo; alle Rogazioni, durante le quali si pregava per intercedere sui raccolti buoni ed abbondanti, unica risorsa dei sanganesi, partecipavano molte persone.
Si partiva alle ore sette dalla chiesa in processione, preceduta da un chierichetto che portava la croce; dietro andavano i fedeli ed infine il parroco con i chierichetti, cantando le litanie dei santi. I percorsi erano tre.
Il primo giorno ci si recava all'attuale cappella di San Rocco, dove veniva celebrata la Santa Messa, alla fine il parroco impartiva la benedizione delle campagne circostanti. Poi si proseguiva per via S. Rocco (ora Via Coletto), si arrivava fino alla cascina "Frola" dove c'era una grossa croce di legno, ornata per l'occasione di fiori e ceri accesi; il parroco impartiva la benedizione alla cascina ed alle campagna. La processione proseguiva per le attuali Via Venezia e Via Serena. All’inizio di Via Serena all’incrocio con Via Bonino c'era una croce di legno anch'essa ornata per l'occasione di fiori e di ceri, il parroco impartiva ancora una benedizione alle campagne e si proseguiva fine alla chiesa, per una solenne benedizione eucaristica.
Il secondo giorno, partendo sempre dalla chiesa in processione, si arrivava alla cappella dedicata a San Sebastiano; il parroco celebrava la messa e benediva la croce situata davanti alla cappella. Si proseguiva fino al bivio di via Merlino, dove alla croce di legno si impartiva la benedizione Sotto la croce, per tradizione vèneta, la famiglia A. faceva trovare un cesto di uova. Ritornando per Via Bonino all'incrocio con Via Pinerolo Susa, si benediva ancora una grande croce. Il secondo giorno si concludeva con la benedizione in chiesa.
Il terzo giorno, si faceva il giro “dla breida”. Partendo sempre dalla chiesa ai andava alla cappella del Cimitero, ci si avviava in processione per Via San Lorenzo, per Via Gino fino al piloncino dedicato alla Madonna ornato di fiori e di ceri per la benedizione. Si proseguiva per una strada di campagna fino ad una croce e dopo la benedizione si tornava attraverso un boschetto bellissimo ornato di fiori e si arrivava nel cortile della cascina del Castello ed alla chiesa per la benedizione. I bambini partecipavano molto volentieri e facevano a gara per portare la croce.
Attualmente a Sangano ci sono molte Associazioni che danno l’opportunità di socializzare. Un tempo l'aggregazione della popolazione era di natura soprattutto religiosa. Le processioni ed i funerali erano un'occasione per l'intera popolazione di ritrovarsi e pregare insieme. Tutti indossavano il vestito della festa. Intervenivano le varie Compagnie con un vestito particolare od un segno di distinzione (anche solo nastro o una medaglia).
la processione più solenne era quella del Corpus Domini. Le donne ricche portavano il cappello in segno di distinzione, le altre avevano la "cuefa", un velo Rettangolare di pizzo nero. La "spagnoletta" invece era un velo di pizzo con la forma di un rombo, con i vertici arrotondati. Gli uomini erano vestiti di scuro con una camicia bianca o a rigadin, avevano il capo scoperto in segno di rispetto.
I bambini più piccoli dell’asilo erano vestiti da angioletti, i più alti da chierichetti. Gli altri indossavano il vestito "buono", della Prima Comunione o alla marinara. Le bambine erano vestite con l'abito della Prima Comunione o col vestito più bello, ricamato a mano o di organdis con qualche applicazione di panno Lenci.
Un tempo i maschietti da sei anni in poi formavano la "cumpania 'di Luisin", di S. Luigi Gonzaga. Avevano una mantellina bianca col bordo blu. Festeggiavano il giorno di S: Luigi, quando offrivano alla popolazione dei pasticcini.
Le Compagnie più numerose erano quelle delle donne.
La "Cumpagnia delle "Fije ‘d Maria" era costituita dalle donne da sposate e dalle ragazze da tredici o quattordici anni in su. Accompagnavano le processioni portando uno stendardo della Madonna Immacolata ed ai funerali portando la croce. Al collo era appesa ad un nastro blu, una medaglia con l'effigie della Madonna Immacolata. Indossavano il "camus", vestite bianco di percalle, legato a vita da una cintura blu che pendeva da una parte. Il vestito era lungo fino ai piedi ed aveva le maniche lunghe. In testa portavano un velo di organdis lungo fino ai piedi, puntato sul capo con spilli.
Le donne sposate con figli formavano là Compagnia delle "Mare cristiane" eie accompagnava anche processioni e funerali. Vestivano normalmente, ma portavano al collo una medaglia con l'effigie della "Sacra Famiglia".
La "Cumpagnia "dla Dulurà" era costituita dalle donne sposate; come segno di distinzione portavano al collo un nastro viola al quale rea appesa una medaglia della Madonna Addolorata.
Le Compagnie del "S. Rosario" e del Perpetuo Soccorso erano costituite dalle donne più ricche, tra di esse erano elette le Priore che dovevano occuparsi della pulizia della chiesa. Esse delegavano tale compito alle donne delle altre Compagnie e alla fine dell'anno Regalavano loro "n fàudal" (un grembiule).

Ricerca a cura dell’Insegnante Graziella Clari
e gli alunni della Scuola Elementare di Sangano

 

Piazza della Chiesa - solennità dell'Assunta- anno 1898

Via Maestra, ora Via Villarbasse - Processione dell'Assunta - anno 1898

Via Maestra, ora Via Villarbasse - Processione dell'Assunta - anno 1898

Processione - via Pinerolo Susa ang. via Bert "Tratoria del Tramway"

Via Bert - Processione in onore della Madonna del Perpetuo Soccorso primi novecento

Piazza della Chiesa
Processione in onore della Madonna del Perpetuo Soccorso
con partecipazione delle "figlie di Maria"

Il Parroco che riceve il Vescovo Ausiliare

Il Parroco che riceve il Vescovo Ausiliare con partecipazione dei bambini della scuola

La Processione del "Corpus Domini" i bimbi spargevano petali di rosa - 26 maggio 1932

(Via Bert) Processione del Corpus Domini
partecipazione dei bambini della prima Comunione
accompagnati dalle Suore Domenicane

(Via Bert) La Processione del "Corpus Domini" - anno 1957

(Via Bert) Processione del Corpus Domini
partecipazione dei bambini della prima Comunione
accompagnati dalle Suore Domenicane

(Via Bert) La Processione del "Corpus Domini" - anno 1957

 

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Maria Teresa Pasquero Andruetto