I libri di una volta
Il secondo libro dei conti e dei giochi
Una bambola per il micino
Pablo il pinguino
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Il secondo libro dei conti e dei giochi
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Con illustrazioni di Elda Cenni anno 1944
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Le fiabe
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Una bambola per il micino
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brevetto del 1952
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Un bel giorno Mariettina per lavare al fiume andò; la sua cara bambolina
stretta in braccio si portò.
Pussi, il fido cagnolino, la seguiva con ardor e portava in un cestino tutti
i panni ed altro ancor.
Dentro al fiume l'acqua è tanta. Sciacqua, sbatti, stendi, strizza.
Mariettina lava e canta... gioia e goccie intorno sprizza.
Ma la bella bambolina ad un tratto casca giù e sull'acqua cristallina
s'allontana sempre più.
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Ecco allora prontamente fare un tuffo il cagnolino che nuotando destramente le va dietro... le è vicino.
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Questa linguetta si fa scorrere verso il basso cambia l'immagine
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Bambolina, bambolina! Pussi salvala! Che pena! grida in pianto la bambina
e dall'ansia tutta trema!
Ma il buon Pussi coraggioso a salvarla riesce alfin e alla riva, premuroso,
poi l'adagia un momentin.
Ritornar ora non posso... pensa - ho fame, son sfinito... vado in cerca d'un
bell'osso che mi sazi l'appetito.
Ma, in sua assenza, un grosso gatto s'avvicina e piano piano Bamboletta, di
soppiatto, porta via, con sè lontan...
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Via lontan con lesto piede per il bosco... Dove andrà? Ma Scoiattolo lo vede e se ne ricorderà.
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Pussi intanto che ha trovato un bell'osso con contorno, di mangiarselo è
beato sulla strada del ritorno mentre pensa: - Mariettina or riavrà
la bambolina.
Ma che colpo nel suo cuore! Bamboletta non c'è più! Preso d'ansia
e di timore prende a correr su e giù.
Tra gli sterpi, in un cespuglio, tra la ghiaia per un'ora cerca cerca. Che
garbuglio! Che sia in acqua andata ancora ?
Ma sull'acqua non la vede. Vede invece Mariettina che, remando svelta, crede
di raggiunger bambolina.
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Al suo approdo, concitato
Pussi spiega il suo tormento:
- Non so dirti com'è stato...
Fu questione d'un momento!
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Sai com'è quando si ha fame... Vado in cerca di mangiare, mi nascondo
tra il fogliame... nel frattempo, lei scompare!
Se trovassi quel furfante che l'ha presa, ti prometto, gliene suono tante
e tante da costringerlo in un letto.
- Non perdiamoci in parole e mettiamoci a cercarla. Sento il cuore che mi
duole al pensier di non trovarla!
Ma Scoiattolo che ha udito fa: - Scusate se intervengo... c'è il Gattone
che è fuggito ed il ladro è lui ritengo!
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Ero qui quando l'ho scorto,
sta di casa non lontano!
Se volete vi ci porto! -
- Sì, Scoiattolo! Corriamo!
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Ehi, ridacci ciò che hai preso! — Ma con voce un po' velata
fa il ladruncolo sorpreso...
La credevo abbandonata!
L'ho portata ad un gattino perchè lieto fosse un po'... È malato
e piccolino ma se è vostra, ve la dò!..
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A vedere il malatino che felice si trastulla si commuove il cuoricino della
tenera fanciulla. Bambolina lascia là e con Pussi se ne va.
Al suo amico allora dice lieta, andando via col vento: — Chi soccorre
un infelice sente il cuore assai contento!
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Pablo il pinguino
In capo al mondo, dalle parti del Polo Sud, dove l’estate
è anche più fredda dell'inverno, viveva un pinguinetto che si
chiamava Pablo. Ma Pablo non era un pinguino come gli altri. Gli altri passavano
il tempo all'aria aperta, tutti i santi giorni, beffandosi del freddo, divertendosi
con la neve e il ghiaccio, pescando, sciando o facendo le scivolate. Pablo
invece restava chiuso nel suo piccolo igloo, accovacciato accanto a un'amica
tiepida, una vecchia stufa chiamata Petronilla Sputafumo.
Pablo non era contento. Tremava e sussultava quando il freddo lo trafiggeva:
si voltava verso la stufa prima da una parte e poi dall'altra, ma mentre si
scaldava le mani gli si gelava la schiena, e mentre si Scaldava la schiena
gli si gelavano le mani.
Brrr...! Brrr Le faceva, battendo i denti. Nemmeno scaldarmi posso! Oh, se
uscisse il sole e facesse squagliare questo letto di neve!... Allora sul Polo
Sud ci sarebbe un bel prato verde, e fiori e alberi, e varrebbe la pena di
viverci... Ma cosi, è impossibile!
Cosi sospirava il povero Pablo. E poi gettava dell'altra legna dentro Petronilla
Sputafumo e le si stringeva vicino.
Ma un giorno, all'improvviso, i suoi occhi scintillarono. Gli era venuta una
grande idea. Siccome il caldo non veniva verso di lui, perché non sarebbe
andato lui verso il caldo? Partirebbe verso un'isola tropicale piena di palme
e noci di cocco, e vi trascorrerebbe tutto il resto della vita sotto i caldi
raggi del sole, contemplando l'azzurro del cielo. Cosi pensando Pablo s'infilò
gli stivali da neve, si congedò da Petronilla Sputafumo e, prendendo
le sue precauzioni per non scivolare, si mise una borsa d'acqua calda sotto
ciascun piede e parecchie altre attorno alla cintura.
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Cosi me la rido di tutto e di tutti! gridò trionfalmente.
E partì alla scalata della collina.
Ah, che bellezza!... Sorrise quando le borse calde che portava sotto i piedi
affondarono nella neve. Si fermò e tirò fuori una carta geografica.
Prima di procedere oltre disse devo assicurarmi che prendo la direzione giusta.
Hum... Vediamo un po'... Camminando verso il Nord devo arrivare in America
del Sud...
In quell'istante accadde qualcosa di tremendo.
Mentre Pablo studiava la sua carta geografica, le borse calde dei suoi piedi
fecero squagliare la strada ghiacciata. Per fortuna, nel momento preciso in
cui pareva che la neve stesse ingoiandosi il povero Pablo, passarono alcuni
pinguini i quali caritatevolmente raccolsero il loro compagno, già
congelato in un blocco enorme di ghiaccio, lo trasportarono nel suo igloo
e lo depositarono vicino a Petronilla Sputafumo. Questa, mentre il suo amico
si riaveva, non cessava di brontolargli:
Adesso lascerai stare le tue strane idee e resterai dove devi stare!...
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Ma Petronilla non conosceva Pablo. Ci voleva altro per far
cambiare d'idea il nostro pinguino! Il giorno seguente infatti parti ancora
verso i tropici, ma stavolta era provvisto di buoni sci.
I suoi compagni uscirono a salutarlo. Gli volevano tutti bene, benché
non fosse d'accordo con loro e manifestasse tanta audacia. Manessuno aveva
potuto levargli quel chiodo dalla testa.
Sulla neve dura avanzò verso il Nord, in cerca del Sole. Non era arrivato
molto lontano, quando una raffica d'aria fredda lo irrigidi, facendolo diventar
duro come una statua. Pablo cadde di schiena e rotolò verso il basso.
Mentre ruzzolava la neve gli si appiccicava addosso sempre più formando
una palla di dimensioni sempre maggiori, e crescendo e rotolando a gran velocità
il pallone di neve fini con l'andare a rompersi giusto contro la porta dell'
igloo di Pablo. Pam! Il pinguino ne fu balzato fuori con violenza: cadde in
terra, si alzò... e si ritrovò vicino a Petronilla Sputafumo
la quale, fedele come sempre, aveva continuato a bruciar legna e a riscaldare
la capannuccia di ghiaccio.
Per molto tempo Pablo non si mosse più di casa. Trascorreva lunghe
ore seduto in faccia a Petronilla e sempre alimentandola con buona legna.
Gli altri pinguini si convinsero che finalmente aveva abbandonato la pazza
idea di andare in cerca dell'isola tropicale.
Ma invece Pablo non pensava ad altro!... Continuava a far piani sul modo migliore
per raggiungere la dorata, la divina, l'ardente terra del Sole.
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Un giorno, all'improvviso, balzò fuori del suo igloo.
Ho trovato!... gridò, al colmo dell'eccitazione. Come mai non ci ho
pensato prima? Costruirò un'imbarcazione e su di essa andrò
al paese del caldo. Caldo! Voglio caldo! E caldo avrò!!
Lavorando febbrilmente, segò un gran pezzo di ghiaccio, in forma di
barca, tutt'all'intorno di Petronilla Sputafumo; poi ci piantò in mezzo
un albero con la vela, e accumulò a bordo tutte le cose che ritenne
necessarie per il suo lungo viaggio: viveri, acqua, carta geografica, un ombrello,
perché poteva piovere, e una vasca da bagno. E finalmente l'audace
avventuriero parti verso la terra dei suoi sogni. Un'altra volta i suoi amici
uscirono a salutarlo e un'altra volta si fecero beffe di lui.
Un vento freddo soffiava dal Sud e per giorni e giorni spinse la barchetta
verso il Nord. Quanto più s'avvicinava al Capo Horn, una cortina di
nebbia fittissima lo andava avvolgendo: Pablo non aveva mai immaginato che
potesse esistere una nebbia tanto densa. Ma un giorno, improvvisamente, la
nebbia scomparve e il pinguino vide terra a destra. Si voltò e... c'era
terra anche a sinistra! Pablo era meravigliato. Come poteva esserci un oceano
con le due sponde cosi vicine? Ma quando consultò la carta geografica
comprese ogni cosa: stava navigando lungo lo Stretto di Magellano!
Finora tutto va bene si disse l'audace navigante, mentre pilotava la barchetta
fra le isolette rocciose che punteggiavano lo Stretto. Questa è un'avventura
vera e propria. Che bellezza! Finalmente avrò caldo, molto caldo, caldissimo!
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E navigò coraggiosamente attraverso lo Stretto, uscito
dal quale voltò verso il Nord, ver-so la costa rocciosa del Cile.
Dopo molti giorni di navigazione venne però un momento che il vento
cessò di soffiare e la vela si afflosciò sull'albero. Il nostra
amico era preoccupato, poiché sapeva che, senza vento, la barca non
poteva andare avanti.
La sua provvista di acqua diminuiva. Una mattina apparve una nuvoletta, piccola
come un piccione, ma era sempre meglio che niente. La nuvoletta si avvicinò
sempre più e infine si fermò precisamente al disopra della barca.
Se si rompesse!" pensò Pablo. "Probabilmente è piena
dr pioggia."
La buia nuvoletta scese, scese fino a toccare la punta dell'albero. Il pinguino
avventuroso aperse l'ombrello per raccogliere la pioggia, ma ahimè...
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quando la nube si ruppe davvero ne usci una sola goccia di
pioggia.
Oh...! sospirò il pinguino. Si vede che si tratta di una nuvoletta
timida, che per la prima volta s'è allontanata dalla sua mamma...
Abbandonava già l'idea di riuscire a toccar terra, quando la brezza
risoffiò, la vela si gonfiò e la barca riprese a navigare verso
le coste del Perù.
Presto attraverserò l'Equatore disse Pablo osservando la sua carta
geografica.
Ma non era cosi facile, come potè presto comprendere, poiché
egli ignorava che l'Equatore è la linea che divide il mondo in due
metà, e per attraversarla ci vuole uno speciale permesso di Papà
Nettuno, Re dei Mari.
Attraversare l'Equatore era terribile! Pablo ci cozzò contro diritto
e rimbalzò all'indietro in tal modo che per poco la sua barchetta di
ghiaccio non fece naufragio.
Udendo il grido delle onde, Papà Nettuno venne fuori dall'oceano a
vedere cosa stesse succedendo. Pablo gli spiegò allora che si trattava
di un accidente, e che egli non era altro che un piccolo pinguino audace in
cerca d'una calda isola tropicale con cieli azzurri e bei fiori e molto calore.
Sono lieto di aiutarti, figlio mio disse il vecchio Re dei Mari, dopo essersi
presentato a sua volta. Conosco un posto che fa per te e ti ci posso guidare.
Volta a sinistra
e segui il moto delle onde finché arriverai alle Galapagos. Sono le
più belle isole tropicali che tu abbia mai potuto sognare!
Grazie, signore esclamò Pablo riconoscente.
Papà Nettuno sollevò con una mano la linea dell'Equatore e Pablo
ci potè passar sotto con la sua barchetta. Un tiepido sole tropicale
accarezzava dolcemente il piccolo navigante, che se lo godeva tutto felice.
Cosi era bello, altro che gelare al Polo Sud! Pablo dormicchiava beato, affatto
dimentico che la sua barca era fatta di ghiaccio... Ma... ahimè! il
sole e il vento caldo facevano squagliare un poco per volta il ghiaccio...
e, quando il pinguinetto si svegliò, della sua barca non restava quasi
nulla!
Il nostro amico si mise a correre disperato, cercando di salvare la barca.
Ma era troppo tardi!
L'unica che restò a galla fu la vasca da bagno.
Pablo corse verso di essa e la raggiunse nel preciso momento che si riempiva
d'acqua. Ci saltò dentro e cominciò a vuotarla, ma pili acqua
ne tirava fuori e più sembrava che si riempisse. Finalmente si ricordò
che non aveva tappato il buco di scarico. Bisognava far qualcosa! Si, ma...
che cosa? Pablo guardò a destra, guardò a sinistra, guardò
avanti, e vide il tubo della doccia.
Oh, benissimo! esclamò. Se l'acqua entra per il buco di scarico può
magnificamente uscire per il tubo della doccia.
Detto fatto. Tappò il buco della doccia, e da questo usci subito un
bel getto d'acqua e la vasca si mise a navigare con una fantastica velocità.
Cosi arrivò a una deliziosa spiaggia sabbiosa. Pablo saltò a
terra, pieno di giubilo, prese mucchi di sabbia morbida e bionda e se li lasciò
scivolare fra le dita.
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Finalmente! gridò. Eccomi in un'isola tropicale! Ho
caldo, molto caldo, il mio caldo!
C'erano noci di cocco grandi come palloni da gioco del calcio, che penzolavano
a grappoli dagli alberi. C'erano banane gialle, arance sugose, squisiti ananassi.
Insomma c'era tutto quello che il suo cuore aveva tanto desiderato.
Davvero era l'isola dei suoi sogni. Il bravo pinguino si fece un'amaca, vi
si sdraiò e cominciò a dondolarsi dolcemente fra le palme. Cosi
trascorse giorni e giorni, prendendo il sole del tropico, mangiando frutta
e bevendo latte di cocco..
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Pablo doveva essere il pinguino pili felice del mondo, ma...
talora... cullandosi nella sua amaca e prendendo il sole... sospirava lungamente
e profondamente...
Pensava al freddo pungente, alla neve scintillante e al chiaro cielo della
sua patria lontana, del lontano Polo Sud.
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anno 1949
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Maria Teresa Pasquero Andruetto