Piossasco

Il cimitero di Piossasco
Campanilismo
I Sepolcri in Chiesa
Conti di Piossasco sepolti in Chiesa

Il cimitero di Piossasco
I diversi Cimiteri

Sarebbe più giusto dire « i Cimiteri » di Piossasco, perchè in verità ve ne furono parecchi, i quali cambiarono successivamente posto, o perchè in luogo non adatto o perchè non si potevano allargare man mano che la popolazione aumentava.
I più vecchi Cimiteri di Piossasco furono accanto alla Chiesa parrocchiale (S. Vito), come d'ordinario erano tutti i Cimiteri di una volta.
Fatta, attorno al 1600, la costruzione della nuova Chiesa parrocchiale, fu pure costruito un nuovo Cimitero di forma quasi rettangolare, il quale partendo dall'angolo sinistro della facciata della Chiesa, si allargava verso la piazza, cioè a mezzodì e verso ponente.
Nel 1668 questo Cimitero fu visitato dall'Arcivescovo di Torino, che era in Visita pastorale: lo trovò senza cinta, e obbligò a farla sotto pena dell'interdetto. Ciò era necessario anche per ripararlo dalle bestie « ad arcendas belluas »; così era scritto nel Decreto dell'Arcivescovo. C'è da notare che a quei tempi, e anche prima, i Cimiteri in generale erano da ogni parte aperti, cioè senza muri di cinta (Caffaro, « Storia di Pinerolo », vol. VI).
Circa un secolo dopo, cioè nel 1775 un altro Arcivescovo in Visita pastorale, Mons. Rorengo di Rorà, trovava che il Cimitero era troppo piccolo « perangustum est », in proporzione del .numero della popolazione, di modo che mancava il posto per seppellire i cadaveri, e nel fare le fosse venivano alla luce teschi e ossa, che poi venivano ammucchiati in grandi quantità, le quali facevano orrida impressione in chi visitava il cimitero.
Il Cimitero intanto era stato allargato a destra della facciata della Chiesa parrocchiale. Ma ormai il sito non era più considerato adatto perchè troppo fra l'abitato, con pericolo di inquinare l'acqua potabile.
Il Vicario in un suo scritto fa capire che il Cimitero sarebbe stato sufficiente, se in esso si seppellissero solamente i parrocchiani di S. Vito e non invece anche quelli della parrocchia di S. Francesco, per la quale sarebbe stato opportuno un suo cimitero. E continuava : « Così il cimitero è troppo angusto; ed essendo situato a pieno giorno, nei caldi esala un grandissimo fetore; è distante solamente pochi passi dalla chiesa e casa parrocchiale, e da altre abitazioni... Sarebbe di somma necessità che si facesse un altro cimitero per la chiesa parrocchiale di S. Francesco, o che se ne facesse uno per ambedue le parrocchie, il quale fosse più grande e meno esposto al caldo ».
L'Autorità Civile per risolvere il problema, decise di costruire un Cimitero che servisse per quelli di S. Vito e per quelli della Borgata. Fu eretto « con l'occupazione autorizzata di tavole 60 sulla pezza prato propria del sig. notaio Pietro Bianchi, posta nel distretto della stessa parrocchia S. Vito e nella regione di S. Giacomo ». Ora si direbbe fra il Marchile e la stazione.
Qui fu trasferito il Cimitero, e quando tutto fu pronto, la stessa Autorità civile inviò supplica all'Arcivescovo perchè si volesse degnare di deputare o il Vicario di Piossasco o altra persona, a benedire il nuovo Cimitero. La supplica è firmata da Antonio Burdino, Giovanni Bruno, Gio. Batt. Vigliano e Pietro Serra.
L'Arcivescovo Vittorio Gaetano Costa di Arignano in data 26-2-1782 concedeva la richiesta facoltà al sig. Vicario Don Francesco Valinotto, il quale il 17 marzo 1782 compiva la cerimonia. Egli ricorda l'avvenimento con la seguente testimonianza, che abbiamo trovata scritta nella seconda pagina del Registro dei Morti del 1775- 1837:
« Die decima septima martii 1782 ego injrascriptus ritum bene-dictionis novi Cemeterii huius ecclesiae parochialis justa formam Ritualis Romani exacte excercui coram universo pene populo vigore delegationis debite expeditae sub die 26 februari, sigillo Archiepiscopali firmatae subscriptae V. Cajetanus Archiepiscopus Taurinensis ».
Dalle suddette parole risulta che universo pene populo, cioè che quasi tutto il popolo di Piossasco era presente alla benedizione del nuovo Cimitero.
Ma circa 50 anni dopo, il Cimitero andava di nuovo cambiato di posto. Difatti nel 1836 al Consiglio Comunale si lamentava «che il Cimitero stato poco tempo prima costrutto in vicinanza del Marchile fosse inservibile, attesa la natura del terreno (troppo morboso e malsano) e dannosissimo alla salute pubblica».
Si andò quindi alla ricerca di un nuovo sito, che venne scelto in regione S. Bernardo, a breve distanza dalla Cappella dedicata a S. Bernardo; e là fu costrutto, dove è ancora attualmente.
Ma allora si accese una vivace polemica tra il Vicario e il Sindaco; polemica che diede origine ad una numerosa corrispondenza fra le due Autorità. Il Vicario, sempre a nome dei parrocchiani di S. Vito, levava proteste e inviava ricorsi al Sindaco e al Prefetto di Torino, perchè il nuovo cimitero risultava troppo lontano dalla chiesa parrocchiale di S. Vito, e quindi troppo scomodo. Ecco alcune sue parole: « Riescendo loro (ai parrocchiani) moralmente impossibile di trasportare i cadaveri dalla loro parrocchia di S. Vito all'attuale nuovo cimitero, dovendo tanti di loro già fare vari chilometri di viaggio, per trasportare i cadaveri dalle loro case alla parrocchia, onde dovrebbero impiegare tutta la giornata per tale funzione con loro danno ».
Non così invece era per la parrocchia di San Francesco, per cui il Vicario insisteva col dire che sarebbe stato giusto che un secondo Cimitero venisse costrutto ad uso dei parrochiani di S. Vito e ne indicava la località « nella regione S. Giorgio, denominata dei Pianeti ».
Vane furono le fatiche del Vicario: vinse il Consiglio Comunale, del quale vogliamo pubblicare integralmente una importante Deliberazione, dalla quale emergono le vicende che precedettero e accompagnarono la costruzione del nuovo cimitero. Eccola:
Deliberazione del Consiglio Comunale. — Tornata autunnale 1874 - Terza Seduta in data 4 ottobre, tenutasi nella solita sala delle adunanze Consulari, giusto il rinvio fissato in seduta 27 settembre - Presidenza del sig. Sindaco Ferrerò Notaio Giovanni. Presenti li Signori Consiglieri: Brero Battista, Pognante Domenico, Fiora Federico, Mola Giuseppe, Andreis Giuseppe, Bruno Cesare, Camandone Battista, Paviolo Michele, Martinatto Michele, Carbonero Antonio, Piossasco di Beinasco Conte Giuseppe, Goffj aw. Leandro, Massimino Giuseppe, Ferrerò Domenico Vincenzo. Assistito dal Segretario sottoscritto in numero per deliberare, essendo assenti i Signori: Fiora Giuseppe, Grosso Gio Alberto, Baudino avv. Evaristo, Vigliani Vet° Giuseppe, benché regolarmente avvisati.
In tale seduta sul ricorso dei parrocchiani di S. Vito, frazione Piazza, per la costruzione d'un cimitero ad uso dei medesimi.
Il Sig. Sindaco fatta dare lettura del ricorso, rammenta come sino dall'anno 1836 si lamentasse che il cimitero stato poco tempo prima costrutto in vicinanza del Marchile, fosse inservibile, attesa la natura del terreno e dannosissimo alla salute pubblica; Come tali proteste si facessero più vivaci nel 1852, per cui il Consiglio Comunale in seduta 30 novembre stesso anno, si vide costretto di deliberare il trasporto del cimitero stesso nella località detta Posasso o San Bernardo, più propria al uopo. Come attesi motivi pecuniari, si sospendesse di dare esecuzione alla detta deliberazione, per cui sorsero nuovi reclami che presentati al Consiglio Comunale negli anni 1865- 1866 lo costrinsero a pensarvi seriamente ed a mandare ad un Ingegnere il sig. Debernardi di fare li necessari studi. Come dopo maturo esame della località, anche detto sig. Ingegnere scegliesse quella sovra menzionata nella regione Posasso o S. Bernardo e ne compilasse l'opportuno progetto.
Che per motivi, anche questa volta dipendenti dalla finanza, e non per ricorsi dei parrocchiani di S. Vito, non si desse corso a tale progetto, e si lasciasse riposare la pratica, sino a che nello scorso 1873 fattesi più incalzanti le proteste, si dovette chiamare un'apposita Commissione perchè verificasse il vero stato delle cose e desse in merito il suo parere.
Ricorda come dopo molte ricerche sia la scelta della Commissione caduta anch'essa sulla più volte ricordata località del Posasso o San Bernardo, sul riflesso anche, come è detto nella relazione da lei compilata, che detta località non trovasi ad una distanza eccessiva dalla Borgata Piazza, per cui ne deriva, che nella costruzione del nuovo Cimitero si ebbe in mira l'interesse della generalità della popolazione e non quella di una sola parte di essa, come erroneamente vien detto nel sovra menzionato ricorso.
Ricorda in fine, come attese le presenti condizioni atmosferiche sia nocivo alla salute l'aumento dei cimiteri senza tener conto che dall'aumento stesso ne accadrebbe danno agli interessi materiali del paese, perchè allontanerebbe di certo un gran numero di villeggianti per cui riconoscendo essere affatto fuori luogo la fatta domanda, propone si passi all'ordine del giorno.
Il Consigliere Ferrerò concorda col preopinante circa ai motivi che devono far respingere la fatta instanza, ma vorrebbe si aggiunga che li ricorrenti avriano potuto presentare la medesima qualche tempo prima, cioè mentre era ancora pendente la pratica per la costruzione dell'attuale nuovo cimitero.
Tale aggiunta non essendo appoggiata, non viene presa in considerazione.
Posta ai voti la proposta del Sindaco venne approvata a grande maggioranza. E precedente lettura con conferma, si sono sottoscritti: Ferrerò, Sindaco presidente, Brero, membro anziano e Mola, Segretario.
Con questa deliberazione del Consiglio Comunale, doveva aver fine la polemica tra il Vicario e il Municipio. Il Sindaco scriveva al Vicario di S. Vito: « Il sottoscritto prega V. S. Rev.ma di voler prendere li opportuni concerti col parroco di S. Francesco per la benedizione del nuovo Cimitero, la cui costruzione già venne condotta a termine ».
E in data 18-10-1874 ancora il Sindaco invitava il Vicario di San Vito a prendere parte « alla funzione del trasporto delle spoglie Mortuarie dal vecchio al nuovo Cimitero » e a concertare col prevosto di San Francesco circa il giorno e l'ora.
Infine il Vicario continuava ad insistere perchè la Parrocchia di San Vito avesse il suo Cimitero : ricorse alla Deputazione Pro¬vinciale, la quale richiese la planimetria del sito dove si volesse costruire il Cimitero. La planimetria con progetto fu preparata dal Geometra Benedetto Panerà nel 1877. Il progetto presentava due località, che avrebbero servito all'uopo, di proprietà del sig. Giulitti: una in regione detta Martignona, a nord della bealera e dell'attuale edificio della scuola; l'altra in località un po' più avanti verso la cascina della Maddalena, al di sotto della bealera e della strada del Campetto.
Le relazioni della Deputazione provinciale e della Commissione provinciale furono favorevoli, e lasciavano al Prefetto autorizzare la costruzione del Cimitero. L'autorizzazione del Prefetto non venne e il cimitero non si fece.
I Parrocchiani di San Vito dovettero mettere il cuore in pace e portare i loro Morti al Cimitero di S. Bernardo.
Questo Cimitero, dal 1874 ad oggi fu già più volte ampliato, fu arricchito di tombe monumentali, fra le quali quella per i Parroci e Sacerdoti, restaurata nel 1958 dal Vicario di S. Vito Don Giuseppe Fornelli.

Campanilismo

Il Campanilismo è una brutta malattia di cui possono essere infetti gli abitanti di paese (in città non lo si sente) dove i campanili siano più di uno, cioè dove esistono due o più parrocchie.
Il campanilismo ha un fondo naturale, nell'affetto che i Parrocchiani naturalmente sentono per la propria parrocchia, per molteplici motivi. Il campanilismo talvolta si sviluppa anche tra Frazione e Frazione, e con gravi conseguenze.
In Piossasco nacque il Campanilismo quando nacque la seconda parrocchia, quella di S. Francesco alla Borgata; e si inasprì quando venne costruito il Cimitero a San Bernardo: comodo per la seconda Parrocchia e scomodissimo per la Parrocchia di S. Vito, la quale per bocca del suo Vicario chiamò quella una grave ingiustizia; e fece replicati ricorsi al Sindaco, al Prefetto, perchè alla Parrocchia di San Vito venisse concesso un proprio Cimitero. Ma tutto fu vano. L'Autorità locale forse agì sotto l'influenza del campanilismo.
Sta di fatto che fra le due Parrocchie vi fu sempre un certo antagonismo, e si arrivò al punto che quelli di S. Vito chiesero di potersi erigere in Comune indipendente, o almeno di avere una Amministrazione sua propria. In proposito fu inviata al Ministero degli Interni a Roma una petizione con oltre 500 firme. Ma anche allora tutto fu vano per l'opposizione dei Consiglieri comunali, che in maggioranza appartenevano alla Parrocchia di S. Francesco.
E così per le Scuole Elementari. Nel 1872 il Vicario di San Vito, Don Bernero, a nome dei suoi parrocchiani, che si erano sottoscritti in numeroso elenco, presentò un ricorso al Sindaco e ai Consiglieri comunali facendo istanza perchè alla frazione Piazza (San Vito) si aprissero due Scuole elementari, una maschile e una femminile. Dovevano servire per gli scolari delle frazioni Piazza, Marchile, Cappella e cascinali.
La risposta fu negativa, perchè al Capoluogo (Borgata) erano state aperte n. 3 classi maschili e n. 3 classi femminili, alle quali avrebbero potuto e dovuto accedere anche gli scolari di Piazza e Marchile.

I Sepolcri in Chiesa

Prima della Legge che vieta seppellire i cadaveri nelle Chiese e Cappelle, i Cimiteri erano alle dipendenze delle Autorità Ecclesiastiche; e in quei tempi i Nobili e Signori avevano i loro sepolcri nelle Chiese e nelle Cappelle. E così era per gli Ecclesiastici.
I Signori Conti di Piossasco, che erano Patroni di diversi altari della Chiesa parrocchiale, avevano un sepolcro proprio davanti al loro altare nel sottosuolo della Chiesa. Ecco un esempio, che togliamo dal Registro dei Morti: « Marcellus De Feis Plosascus maritus ill.mae Rosae Lucretiae Plosascae natae Bisca-retta » morto il 16 agosto 1726 fu sepolto in chiesa « in sepulcro Maiorum » nel sepolcro dei suoi antenati.
Ma i detti Patroni, come trascuravano gli altari, così facevano a riguardo dei sepolcri. Difatti, nella Visita pastorale del 1775 l'Arcivescovo visitando la Cappella dell'Assunta (nella rotonda) dove era il sepolcro gentilizio dei Conti di Piossasco, trova che vi sono tante ossa di morti, ma tutto è alla rinfusa e malmesso da non sembrare più un luogo sacro. Perciò il luogo viene interdetto, a meno che la Cappella e il sepolcro vengano riedificati dal Patrono sig. Conte Giuseppe Piossasco De Federicis di Beinasco.
Anche le Compagnie o Società religiose, che avevano il proprio altare in Chiesa, avevano pure attiguo il loro sepolcro, nel quale seppellivano quelle persone che fossero state più benemerite verso la propria Compagnia o Società.
Ecco alcuni esempi: Nel registro dei Morti del 1775 è scritto che l'ultimo giorno di detto anno 1775 morì « perillustris et adm. Rdus D. Joannes Maria Venizio sacerdos et confessarius, tribus consuetis sacramentis refectus... Postridie sepultus in sepulcro Societatis Suffragi]', aetatis suae anno 51 ».
Fu sepolto nel sepolcro davanti all'altare del Suffragio; forse ne era stato il Cappellano.
« Dna Baudina Felix uxor D.ni Enrici omnibus munita sacramentis obiit in Domino die 26 9 bris 1724 tumulata fuit die sequenti in monumento Societatis SS. Rosarii ». Fu sepolta nella tomba davanti all'altare del Rosario.
I Parroci di S. Vito avevano il loro sepolcro (pare) nel sottosuolo, dove attualmente è la Cappella laterale del SS. Rosario.
A riguardo di questi sepolcri in Chiesa, l'Arcivescovo in Visita pastorale (1775) ordinava che fossero chiusi « duobus lapidibus » con doppia pietra, per evitare che « e cadaveribus pestilens fetor continuo erumpat » per il decoro del tempio e per la salute del popolo.
E nel 1777 lo stesso Arcivescovo Mons. Francesco Rorengo di Rorà dei Signori di Luserna proibì le sepolture nelle Chiese.

Conti di Piossasco morti a Piossasco e sepolti in Chiesa

1571 - (dai Registri parrocchiali) « Magnificus Dominus BURNONUS DE RUBEIS ex Comitibus Plozasci migravit ab hoc seculo die quarta februarj ».
1571 - « Illustrissima Domina Margarita uxor ill.is D.ni Dominici de Fejs comes Plozasci migravit ab hoc seculo ». (Nel 1572 muore un altro Conte. Non se ne può leggere il nome, perchè il Registro è sciupato).
1607 - Muore un De Federicis (forse Gaetano?), viene sepolto in Chiesa parrocchiale nella tomba davanti all'altare del SS. Rosario (o Cappella del Rosario).
1608 - Muore CRISTOFORO, figlio del conte Bernardino De Federicis. Fu sepolto in Chiesa nella Cappella del Rosario.
1651 - 1662 - Muoiono Antonio, Alessandro e Michele, figli del Conte Filiberto de Feis.
1683 - Muore qui il Conte GIACOMO DE FEIS ed è sepolto in Chiesa nella Cappella di S. Orsola.
1749 - Il 30 gennaio morì l'illustr.mo e Rev.mo Abbate Gio. Batt. LUDOVICO (di anni 43) De Federicis « Plosasci Bejnaschi sacerdos, tumulatus fuit in sepulcro majorum in propria Capella errecto ».
1759 - Morì a 55 anni il conte FRANCESCO DOMENICO PIOSSASCO D'AIRASCA e fu sepolto « ante aram Sancti Josephi » che era di proprietà dei sigg. Piossasco d'Ajrasca.
1765 - Muore la Contessa Marianna PIOSSASCO DI BEJNASCO, nata Novel, moglie del Conte Giuseppe Pancrazio. Fu sepolta in sepulcro Majorum.
1768 - Muore la Contessa LAURA MARGHERITA, moglie del Conte Giuseppe Antonio Piossasco di Bejnasco.
1770 - Muore il Conte PANCRAZIO PIOSSASCO DI BEJNASCO « Sepultus in sepulcro Majorum diete familie ».
1783 - Muore il Conte CARLO PIOSSASCO DE FEIS, figlio del Conte Ludovico dei Conti Piossasco Volvera e Piobesi (marito della Contessa Teresa, nata Panissera). Sepolto « ante aram S. Ursulae ».
In età infantile muoiono qui nel
1777 Maria Metilde Anna Margarita
1778 Pancrazio Giuseppe Antonio;
1779 Paolina, figli del Conte Carlo Giuseppe Piossasco Federicis de Bejnasco e della Contessa Tecla Maurizia, nata Leone de Bejnasco.
1781 - Morì a Torino a 76 anni, il Conte FRANCESCO VITTORIO de Piossasco et Ripalba. Volle essere sepolto qui « in Capella Sanctorum Gethulii et Antonii, in sepulcro Majorum ».
1786 - Muore a Torino la sua consorte Contessa COSTANZA nata Romagnano, a Virlis (aveva 70 anni) e volle essere qui sepolta accanto al marito.
1805 - Muore a Torino a 53 anni, e fu qui sepolta « ante aram S. Ursulae », la Contessa TERESA PIOSSASCO nata PANISSERA da Moncalieri, moglie del Conte Carlo Piossasco de Feis.
1806 - Muore a 83 anni e qui è sepolto il Conte Giuseppe Piossasco di Bejnasco; marito della Contessa Tecla dei Conti di S. Giorgio De Leone. La quale Contessa Tecla morì a Torino nel 1817 e fu qui sepolta « in sepulcro Majorum ».
1824 - Muore a Torino a 85 anni, e fu qui sepolto il Conte GIO BATT. URBANO DE RUBEIS dei Conti di None, marito della Contessa Maria Gabriella Piossasco de Federicis de Bejnasco.
1824 - Muore in età infantile MARIA PIOSSASCO, figlia del Conte Luca Piossasco di Bejnasco e della Contessa Delfina, nata Bruno de Cussano.
1887 - Muore qui il Conte BONIFACIO PIOSSASCO DI NONE di anni 20, figlio del Conte Luigi e della Contessa Delfina nata Mocchie di Coggiola. Sepolto nella Cappella del Castello e poi trasportato nella Chiesa parrocchiale nella tomba gentilizia, nella Cappella dell'Immacolata.
1889 - Muore qui CAROLINA MOCCHIE DI COGGIOLA, figlia del Cav. Giuseppe e della Contessa Gabriella Pensa di Massaglia. Sepolta al Castello e poi trasportata in Chiesa parrocchiale.
1905 - Muore la sorella ALBERTINA MOCCHIE DI COGGIOLA. Sepolta al Castello e poi trasportata in Chiesa parrocchiale.
1906 - Muore qui DELFINA Piossasco di None, figlia del Cav. Gius. Mocchie di Coggiola. Vedova del Conte Luigi. Fu sepolta al Castello e poi trasportata come gli altri.
1933 - Il 16 dicembre, muore qui la Contessa GABRIELLA PIOSSASCO di NONE, nubile. Aveva 70 anni. Figlia del Conte Luigi e della Delfina Mocchie di Coggiola. Sepolta al Castello e poi trasportata nella Chiesa parrocchiale in «sepulcro Majorum» nella Cappella dell'Immacolata

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Maria Teresa Pasquero Andruetto