Sangano

1753 accompra d'Antonio Andruetto
1886 nascita sul piroscafo Nord America
Al lupo! Al lupo! - 1686 Anna Maria uccisa dal lupo
1708 matrimonio alle Prese di Sangano

Accompra d'Antonio Andruetto
da Claudio Bernardino Ferro

L’anno del Signore mille settecento cinquantatre et alli quindici del mese d’aprile doppo il mezo giorno fatto in Piossasco e Palazzo dell’ill.ma Sig.ra Contessa Piossasco Piobesi e Bardasano, ivi avanti meco notaio sottoscritto, et alla presenza ivi detti Giuseppe Antonio Bertetto di questo luogo et del Sig. Enrico Baudino testimoni colle parti cogniti …

Ad ognuno sia manifesto che alla presenza delli suddetti et infrascritti testimoni et avanti a me notaio sottoscritto personalmente constituito Claudio Bernardino Ferro del fu Michele delle fini di Sangano, il quale in ogni miglior modo e sia di raggione possibile et secondo l’uso e natura delle case, e beni situati sovra dette fini (borgata Prese) di Sangano e vendita luoro, spontaneamente liberamente per se suoi eredi (illeggibile), ha dato venduto, trasferito, allienato, e rimesso, come per virtù del presente istrumento da (illeggibile) cede trasferisce, alliena e rimette, ad Antonio Andruetto fu Giacomo di dette fini presente ed accettante per se suoi eredi (illeggibile) cioè un corpo di fabbrica, distrutta e rovinata costituente casa focolare al piano terra crotta con scala al piano di terra sovra coperto, salvo detta casa, coperta una parte di coppi e paglia, con ajra (cortile), sitti ragioni et pertinenze in tutto di giornate una situati sovra dette fini di Sangano (borgata Prese) et reggione detta Rocheria coerenti, a levante detto accompratore a mezzo giorno Pietro Andruetto, a ponente Pietro Spesso a notte detto Spesso e detto accompratore, salve altre vi forrero coerenze se vi fossero,…

 

 

 

Ferro Domenica e Anna Maria, gemelle nate il 9 gennaio 1730 figlie di Gio Michele e Anna Caterina, decedute il 13 gennaio 1730 giorni 5

Ferro Claudio Bernardino figlio di Gio Michele e Anna Caterina, nato il 19 maggio1731

Ferro Anna Maria di Gio Michele e Anna Caterina, nata il 11 novembre 1733 deceduta il 20 marzo 1734 mesi 5

Caterina anni 35 moglie di Ferro Michele, deceduta il 21 gennaio 1734

Michele anni 70 vedovo di Caterina deceduto il 27 gennaio 1734

nel 1754 i deceduti sono stati 51 sicuramente dovuti ad una epidemia

 

Il piroscafo

Nascita sul piroscafo 1886
L’anno milleottocentottantasei il giorno 6 del mese di settembre alle ore 8 antimeridiane a bordo del piroscafo denominato Nord – America iscritto al Compartimento marittimo di Genova sotto il numero di matricola 113, partito dal Porto di Genova il giorno 20 d’agosto detto anno diretto per il Plata, con un carico di merci e passeggeri trovandosi attualmente in latitudine 3:10 nord longitudine 27,58 ovest meridiana Greenwich.
Il Sig. Andruetto Giuseppe, contadino dell’età di anni 29 nativo di Sangano Provincia di Torino, ed attualmente trovandosi come passeggero di 3° classe, imbarcato in Genova a bordo di detto Piroscafo ha presentato a noi: Mordeo Eugenio Capitano al Comando del surriferito Piroscafo, nativo di Genova ivi domiciliato, ed ai Sig.ri Bondenari Giuseppe nato a Bagnone, domiciliato Pontremoli provincia di Massa Carrara Dottore di bordo, Bertora Carlo nato a Ronco Scrivia domiciliato a Genova secondo di bordo, testimoni da noi richiesti ed avanti le qualità volute dalla legge; un bambino di sesso femminile di cui si è sgravata questa notte verso le ore 9,30 pomeridiane la Signora Actis Cristina d’anni 24 moglie al detto Andruetto Giuseppe, nativa di Chivasso, ed ha dichiarato il detto Signor Andruetto Giuseppe, dare al detto bambino i nomi di Maria - Giuseppa - Eugenia.
In fede di che noi abbiamo steso il presente atto che è stato inserito appiè del ruolo d’equipaggio, ed è stato sottoscritto tanto dal padre quanto dai testimoni sopra indicati e da noi dopo di averne data loro lettura. (firme dei testi)

 

La famiglia di Andruetto Giuseppe *1857 e Actis Cristina *1862
e Andruetto Antonio *1881

7 marzo 1957
questo e il mio inderiso
Mr Antonio Androetto o Andruetto
1630 E Norwich Ave
Milwaukee Wisconsin

 

Al lupo ! Al lupo !

E nella macchia era tra i rovi un inquieto guaiolar di lupi.
(G. Pascoli, La piada, in Nuovi poemetti)

Apriamo una parentesi di storia locale che si riferisce all'anno 1732, è anno di furiosa guerra... ai lupi, decretata dal Conservatore Generale delle Caccie di Sua Maestà, Giorgio Giuseppe Maria di Brichanteau.
Oggi i lupi sono cari animali scontrosi e diffidenti che da noi sopravvivono ormai solo nei Parchi Nazionali d'Abruzzo e di Calabria, tenendosi alla larga dall'uomo, per manifestarsi quali realmente sono soltanto ai gheppi, ai gufi reali e agli sparvieri. Quando hanno una fame... da lupi si lanciano in branchi all'inseguimento dei daini e dei caprioli.
I bambini sanno, fin dai primi anni della scuola elementare, che questi animali associano il nostro profilo eretto al pericolo, e quindi fuggono a perdifiato al primo apparire dell'uomo; se l'uomo si avvicina superando una distanza di sicurezza, si allontanano e aggrediscono solo quando credono di non aver altra via di scampo. Basta stare attenti a non far loro subire il trauma dell'incontro con l'uomo. Perciò non capita, ma se dovesse accadergli di incontrare un lupo, il bambino, ben erudito dalla maestra, si allontanerebbe lentamente, senza scomporsi, evitando di agitarsi per non spaventarlo.
Potrebbe anche succedere che il lupo, contro ogni principio della psicologia animale, si spaventi e aggredisca; sarebbe segno sicuro che è un animale malato, non più capace di rispondere agli istinti riflessi di fuga, e...
Nel Settecento era tutto diverso. I lupi agivano, in ogni occasione, sotto l'impulso dell'aggressività selvaggia, va' a sapere se perché erano incapaci di controllarsi o perché stavano ancora imparando ad associare il profilo eretto dell'uomo all'esperienza del pericolo.
Si spingevano in branco fin nei pressi dei cascinali, irrompevano dove il gregge tranquillamente pascolava. Li vedevi arrivare col pelo irto e... servirsi.
Ma questo succedeva da tempo, tanto che il Comune di Giaveno, nel 1622, designando, in ottemperanza alla legge, degli invigilatori di caccia, li aveva anche dotati di archibugi a ruota e fucili, perché potessero far fronte alle aggressioni dei lupi.
Nel 1629, per salvare i mandriani e i pastori del monte Bastia sopra Lanzo, dovette intervenire sant'Ignazio di Lojola in persona, circonfuso della gloria della sua santità, ma ostentando probabilmente anche la grinta del soldato che aveva fatto valere nella vita terrena, prima di imboccare la strada che lo avrebbe portato agli onori degli altari, meritandosi il bel santuario del Vittone e la devozione dei valligiani.
Nel 1686 sette persone vennero sbranate dai lupi a Candiolo; nel 1687, a Rivalta, una bambina di 12 anni fu dilaniata sull'aia (in aerais, a fera pessima, idest a lupo). Nel gennaio 1700, fu inviato a Orbassano, con provvedimento eccezionale, addirittura un distaccamento di 14 soldati del reggimento di milizia d'ordinanza Schoulemburg per dar loro la caccia in una situazione di eccezionale pericolo.
Una frazione di Piossasco, denominata Lupi, deriva il nome da uno dei gruppi di case abitate da persone di cognome Lupo: non è escluso che le "ferae pessimae", dette lupi, non vi irrompessero frequentemente spinte dalla fame, e abbiano lasciato ricordo delle loro incursioni nel cognome delle persone.
Insomma, nei secoli XVII e XVIII, a prescindere dagli eventuali incontri ravvicinati di terzo tipo con gli abitanti della frazione di Piossasco, i lupi non rispettavano nessuna distanza di sicurezza e frequentemente smentivano i sostenitori attuali della "ragionevolezza" degli animali selvaggi. Non ci scandalizza quindi che nel 1732 ci fosse guerra vera tra uomini e lupi.
Guerra strategica. La fame caccia il lupo dal bosco? Bene - ordinava il Conservatore delle Caccie di Sua Maestà - diamogli la caccia saziando la sua fame.
Nell'archivio del Comune di Sangano esiste l'ordinanza di Giorgio Giuseppe Maria di Brichanteau, datata 2 gennaio 1732, che ordina alle comunità di dover, nella caduta e esistenza delle nevi [nel Settecento "cadeva ancora la neve"] immediatamente esporre sovra il territorio il qui sotto notato numero di Vacche, o sia Giorre preparate con ingredienti tossicanti, che luoro verranno spedite dal Speciale [Speziale] di detta S.M. [Sua Maestà] in quella città residente, ed a fine ci possi constare dell'adempimento di quanto sopra, mandiamo a' rispettivi Segretari di dette Communità di farci tenere la relazione dell'intimazione, che di questo averan fatta a Sindaci delle medeme, come pure la fede, che le Communità abbino adempito, ordiniamo pure a detti Segretari di notificarci il numero de Lupi, e altri animali di rapina, che saranno stati ritrovati morti nei luoro rispettivi territori e il tutto sotto le pene arbitrarie a detta S.M. [Sua Maestà].
Sul modulo redatto dallo Stampatore di S.M., Valetto di Torino, segue, scritta a mano, l'ingiunzione: "La Comunità di Sangano somministrerà una vacha secondo d° [detto] ordine".
Per il veleno somministrato alla mucca sacrificata per il bene comune, il podestà Tomaso Cuatto versò, a nome della comunità, 6 lire e 12 soldi il 23 gennaio, come ci informa Gio. Battista Pozzo Quanda, lo speziale che in calce alla copia del decreto del Brichanteau sottoscrisse la ricevuta del pagamento.
Così il decreto del Conservatore Generale delle Caccie è sufficiente da solo a informarci su tutte le procedure di attuazione del provvedimento ordinario in circostanze di questo genere.
Il Comune, ricevute le disposizioni dal Conservatore Generale, provvedeva le vacche stabilite secondo le circostanze per ogni comune.
Il tossico veniva appositamente preparato dallo speziale del luogo a ciò autorizzato; l'esca veniva portata con un carro sul luogo individuato come... terreno strategico.
Nel Libro dei Conti del Comune nel 1756 è segnata: "compera d'una vacca stata avvelenata per destruzione de lupi per ordine del Conte Gianola".
Nel 1757 tra i creditori è registrato un rimborso spese "A Giuseppe Doleatto prezzo della vacca mandata alla Comba per formazione del carraggio alla distruzione dei luppi ad ordine del Conte Gianola, fiorini 17".
In Val d'Aosta la caccia al lupo fu condotta senza sosta, anche in periodi di divieto di caccia per altri animali, fino all'ultimo lupo ucciso a La Thuile nel 1862.
Si ricorreva alle "buche del lupo", profonde da 10 a 12 piedi, con pareti rivestite a secco, per impedire la fuga ai malcapitati, e coperte con frasche per renderle invisibili. Talvolta in esse venivano gettati cadaveri di altri animali, con funzione di esca.

...Nell'aprile 1817 il Comune viene informato, con quelli vicini di Bruino, Orbassano, Rivoli, Rosta, Villarbasse, dell'invasione dei lupi che han fatto una vittima a Rivalta nei pressi del bosco di Prabarano. L'ultima di cui si abbia notizia da noi.

Dal libro:
Storia di Sangano e della sua gente
Giuseppe Massa - Maria Teresa Pasquero Andruetto
Lazzaretti Editore, 1996.

 

Il lupo alle Prese

14 ottobre 1686 Anna Maria uccisa dal lupo

Anna Maria figlia di Giacomo e Margarita giugali (coniugi) Marona delle Prese di Piossasco e stata ocisa dal lupo nella montagna (sul territorio di Sangano) li 14 8bre (ottobre) 1686 et il di seguente e stata sepolta alla Chiesa vecchia del presente luogo (Sangano) intervenendo io sott. alla funzione della sepoltura Artuchio

 

Matrimonio alle Prese di Sangano

Prese di Sangano 19 febbraio 1708 S. Maria Maddalena

Giuseppe Cugno della Borgiatta di prattovigero finaggio di Trana, et Margarita figlia del fu Martino e Domenica giugali (coniugi) Spessa delle Prese di Sangano si sono stati congiunti in matrimonio dal Sig. D. Bernardino Cuffia Capellano di Trana di mia licenza nella Cappella di Santa Maria Maddalena in dette Prese di Sangano essendosi antecedentemente fatte le tre solite denuncie in detta parochia essendovi venuto il testimone Giacomo Cugno di detta borgata di pravigero, et Antonio Speso delle Prese di Sangano et questo li 19 febbraio 1708. Artuchi

Don Ludovico Artucchi parroco dal 1682 al 1725

Spesso Margarita nata alle Prese di Sangano il 20 marzo 1685

Archivio Parrocchiale Sangano
Elaborazione propria tratta da documenti depositati presso l’archivio Parrocchiale.

 

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Maria Teresa Pasquero Andruetto